“Plastica minaccia il Mediterraneo; ridurre l’inquinamento, ampliare le aree protette”
ROMA – L’11 aprile di ogni anno si celebra la Giornata nazionale del Mare, un’occasione per onorare il mare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’inquinamento del Mar Mediterraneo dai rifiuti. E, ancora una volta, la plastica è in cima alla lista dei rifiuti che minacciano il mare e gli habitat marini. In questa occasione, l’associazione Ambiente Mare Italia (Ami) propone e promuove una serie di azioni Salva Mare.
I DATI SULLA PLASTICA NEL MEDITERRANEO
“I dati dell’ultimo rapporto dello Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) non sono confortanti e la plastica totale accumulata nel Mar Mediterraneo è stimata nell’ordine di grandezza di 1 milione e 178mila tonnellate– precisa una nota stampa di Ami- Lo studio stima una dispersione di plastica annuale media di 229mila tonnellate (in un range da 150mila a 610mila tonnellate all’anno), costituite dal 94% di macro-plastiche e dal 6% di micro-plastiche. Secondo il rapporto, gli ‘hot-spot’ di plastica sono situati vicino alla foce dei principali fiumi e vicino alle grandi aree urbane. L’emergenza Covid, inoltre, ha favorito il ritorno all’uso della plastica monouso e i dpi (Dispositivi di protezione individuale), come le mascherine rappresentano oggi un altro grave rischio per il pianeta Mare. Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), infatti, ‘se solo l’1% delle mascherine utilizzate in un mese venisse smaltito in maniera non corretta, si avrebbero 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente‘”.
L’APPELLO AL GOVERNO
Ambiente Mare Italia-Ami si rivolge, quindi, “al Governo Draghi, al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, e a tutte le altre istituzioni per un’azione sempre più concreta ed efficace per la tutela e valorizzazione del nostro ‘Tesoro Blue’. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e gli oltre 60 miliardi destinati all’ambiente dal Recovery Fund- continua la nota dell’associazione ambientalista- rappresentano un’occasione imperdibile per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 e dell’European Green Deal”. “Innovazione digitale, smart city, decarbonizzazione, contrasto all’uso della plastica, energia da fonti rinnovabili, sono tutte scommesse che l’Italia può vincere solo grazie a progetti di trasformazione infrastrutturale del nostro Paese- afferma Alessandro Botti, presidente di Ambiente Mare Italia- Troppa gente dice di amare il mare, ma troppa poca gente conosce e progetta il mare. Spero che, grazie anche al Pnrr e alle risorse del Recovery Fund, il mare diventi una priorità per il nostro Governo. Conosciamo poco i fondali dei nostri oceani e pochissimo i magnifici tesori del mare, una risorsa infinita che l’uomo deve imparare a difendere, conoscere e valorizzare”.
LE AZIONI SALVA MARE DI AMI
Queste le azioni Salva Mare lanciate da Ami: “Prevenire e ridurre in modo significativo ogni forma di inquinamento marino, in particolare attraverso la drastica riduzione dell’uso degli imballaggi e una maggiore severità nei confronti delle aziende che inquinano; introdurre un reale e concreto sistema di premialità in favore delle aziende eco-compatibili e l’implementazione dei fondi a disposizione delle aziende e pmi che intendono convertire o rendere più eco-compatibile la propria produzione; ridurre la plastica monouso e introdurre una disciplina legislativa su una quota minima di vendite di prodotti sfusi; proteggere e conservare le Aree Marine Protette (Amp) esistenti e crearne di nuove; sostenere e agevolare il passaggio verso una pesca e acquacoltura sempre più sostenibili“.
Tra le altre minacce al mare, infatti, l’associazione ricorda “le ‘reti fantasma‘, reti da pesca che rimangono incagliate tra i fondali e diventano vere e proprie trappole per tante specie marine. Nel 2020, grazie ad una operazione della Guardia Costiera, sei tonnellate di reti abbandonate sono state rimosse dai fondali marini italiani”. In Italia, però, “diverse realtà stanno già lavorando per introdurre buone pratiche e nuove forme di economia circolare nei rispettivi settori di appartenenza- continua la nota- Tutte queste realtà troveranno in Ambiente Mare Italia-Ami un valido supporto nella valorizzazione dei loro progetti di cambiamento. Il bacino del Mediterraneo è anche un bacino di biodiversità e l’Italia ha quasi 8mila chilometri di coste, 27 Aree Marine Protette (Amp) e due parchi sommersi che proteggono solo circa 228mila ettari di mare e 700 chilometri di coste. Bisogna avere più coraggio e creare altre aree di tutela e protezione del nostro mare”. “Siamo convinti- conclude Botti- che il processo di transizione ecologica riguardi tutti noi e i diritti delle generazioni future. Il nostro obiettivo è quello di creare una sensibilità tra i cittadini rispetto alle tematiche della Green e Blue economy e richiamare le aziende a una maggiore consapevolezza sull’impatto ecologico dei loro processi produttivi“.
fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it»