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ASD Nomentum -Il Direttore Marco Proietti si racconta

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Oggi ai nostri microfoni Marco Proietti responsabile della scuola calcio dell’ ASD Nomentum del Patron / Presidente Simone Ruggeri.

Avresti mai detto di intraprendere la carriera da allenatore?

Eh si… fare l’allenatore è la cosa che ho voluto fare da subito… appena ho tolto gli scarpini, anzi mentre ancora gli indossavo, non riuscivo a recuperare da un infortunio alla caviglia, decisi di partecipare al primo corso Allenatore Dilettante, da lì ho sempre voluto cercare di migliorare aggiornandomi e frequentando numerosi corsi ed eventi.

Quali qualità deve avere un allenatore?

In verità qui vorrei precisare un particolare ovvero le qualità di allenatore (agonistica) e quelle di un istruttore (scuola calci, entrambi lavorano sicuramente per migliorare il materiale umano che hanno a disposizione, ma l’istruttore è quello che mi affascina di più. Le qualità maggiori sono: l’empatia, un’ottima comunicazione, essere un valido modello per i propri calciatori o calciatrici, sicurezza nei propri mezzi oltre a tante competenze, tra cui le più importanti quelle tecniche, psicologiche motorie e umane.

Che qualità deve avere un giocatore per diventare un campione nel calcio?

Il talento io lo metto al primo posto, se un ragazzino è talentuoso lo vedi subito e se vicino a lui avrà un ottimo istruttore può fare molta strada. La seconda qualità che tutti richiedono ad oggi che mi trova parzialmente d’accordo è quella fisica, che abbinata al talento ovviamente forma un mix micidiale. La fortuna è un’altra fonte di successo oltre che essere seguito da persone che vogliono il bene del giovane calciatore.

Cosa ti senti di consigliare ad un ragazzino che vuole imparare a giocare a calcio?

Prima di tutto divertirsi cosa fondamentale, seguire gli insegnamenti che vengono dal campo e non pensare a niente solo a divertirsi.

Cosa ti senti di consigliare ai suoi genitori?

Di lasciarli liberi di sbagliare di ascoltare e di non influenzare le loro scelte, soprattutto quando si svolgono i confronti con le altre squadre, siamo invasi ormai da spettatori/allenatori/istruttori/preparatori atletici.

Sei stato un giocatore che usava diversi “trucchetti del mestiere”, li insegnerai ai tuoi ragazzi?

Beh ovvio che si, uno dei trucchi migliori è essere più furbo dell’avversario. Essere sempre leale e avere rispetto di tutto sia delle persone che delle cose. Un trucchetto che non insegnerò mai ai miei ragazzi è quello di simulare l’ho sempre odiato.

Qual è stata la stagione da giocatore che ricordi con più piacere?

Ne ricordo tante, ma credo quelle delle vittorie ottenute con i miei amici di quartiere rimarranno indelebili nel mio cuore, vivo in un quartiere difficile tanto bello, aver portato insieme ai miei compagni e il nostro Mister di sempre Stefano Paladini il San Basilio alla vittoria di 2 campionati consecutivi, è stata una gioia immensa. Tutt’oggi abbiamo ancora un gruppo WhatsApp dove tutti i giorni ci scriviamo e ci prendiamo in giro.

Qual è l’allenatore che preferisci?

Pure qui ce ne sono tanti, la tigna di Mihajlović la caparbietà di Juric le geometrie di De Zerbi. Italiano mi ha impressionato molto anche lui, sono un nostalgico del nuovo che avanza forse perché sono ancora un giovane allenatore e vedo poca fiducia, soprattutto nel dilettantismo, spero tanto di avere una possibilità in futuro.

Il giocatore che preferisci?

Il giocatore che rispetta le regole di vita, Cristiano Ronaldo è un ragazzo che è voluto arrivare ed è riuscito nell’impresa.

Cosa è cambiato nel calcio di una volta?

È cambiato tutto, la velocita, la fisicità, la preparazione sia atletica sia alle partite, il modo di pensare, le regole, tutto, quando dico tutto è cambiato tutto. Però mi sento di dire che il calcio è uno sport molto semplice purtroppo vogliamo complicarlo troppo se lo semplificassimo di più otterremo molto ma molto di più.