Frosinone, Proposta del senatore Rufa per conferire la cittadinanza onoraria a Sophia Loren, simbolo nel film “La Ciociara” delle marocchinate
Con il termine “Marocchinate”, si sono tramandati gli stupri di gruppo, le uccisioni, i saccheggi e le violenze di ogni genere perpetrate dalle truppe coloniali francesi (Cef), aggregate agli Alleati, ai danni della popolazione italiana. La storiografia tradizionale, le poche volte che ne ha trattato, ha circoscritto questi orrori a qualche centinaio di episodi verificatisi nell’arco di un paio giorni nella zona del frusinate, ma non fu così, gli episodi furono migliaia Nel 1942, gli americani sbarcano ad Algeri e le truppe coloniali francesi del Nord Africa, fino ad allora agli ordini della repubblica filonazista di Vichy, si arrendono senza sparare un colpo. Il generale Charles De Gaulle, fuggito dalla Francia occupata dai tedeschi e capo del governo francese in esilio “Francia libera”, allora, attinge a questo personale militare per creare il Cef: Corp Expeditionnaire Français, costituito per il 60% da marocchini, algerini e senegalesi e per il restante da francesi europei, per un totale di 111.380 uomini ripartiti in quattro divisioni. Vi erano però dei reparti esclusivamente marocchini di goumiers (dall’arabo qaum). Erano in tutto 7.833, indossavano il caratteristico burnus arabo, vestivano una tunica di lana verde a bande verticali multicolori (djellaba) e sandali di corda. Erano equipaggiati non solo con le armi, ma anche con il tipico pugnale ricurvo (koumia) con il quale, secondo una loro antica usanza, tagliavano le orecchie ai nemici uccisi per farne collane e ornamenti (in particolar modo i tedeschi ne fecero le spese). Il loro comandante era l’ambizioso generale Alphonse Juin, nato in Algeria che, da collaborazionista dei nazisti, era passato alle dipendenze di De Gaulle. Come noto, gli Alleati, risalendo l’Italia senza troppe difficoltà, si impantanarono a Cassino, sulla Linea Gustav, dove i tedeschi opponevano una tenacissima resistenza. Dopo tre battaglie sanguinosissime e prive di risultato, con l’operazione “Diadem” (l’ultimo assalto collettivo degli Alleati) i goumiers riuscirono a sfondare la Linea Gustav e, attraversando l’altipiano di Polleca, si lanciarono verso Pontecorvo. Una vittoria, che rappresentò una tragedia per la Ciociaria. Infatti un comunicato attribuito al generale Juin ai suoi uomini, recita: “Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto è promesso e mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete”. La tragedia fu smisurata, si scatenò l’inferno su donne, bambini e uomini violentati e sodomizzati, senza nessuna pietà. “Alberto Moravia, all’epoca sfollato nel frusinate –afferma il senatore della Lega Gianfranco Rufa- raccontò nel libro “La Ciociara”, questa brutta e crudele pagina della storia italiana, per molti anni oscurata, ma finalmente oggi riconosciuta e ricordata con una “Giornata nazionale in memoria delle Vittime delle marocchinate” fissata il 18 maggio. Dal libro prese vita un film bellissimo ed unico “La Ciociara” del 1960 diretto da Vittorio De Sica, nonostante le vicende siano romanzate, rappresenta scene di violenza sui civili da parte delle truppe alleate dei marocchini Goumiers. La pellicola è interpretata da Sophia Loren, Jean-Paul Belmondo, Eleonora Brown, Carlo Ninchi e Andrea Checchi. Per la sua grande interpretazione , Sophia Loren vinse il premio Oscar come migliore attrice protagonista. In virtù di tutto ciò –continua il senatore Rufa– ho fatto richiesta ai consiglieri comunali della Lega di Frosinone di conferire la cittadinanza onoraria a Sophia Loren, attrice emblema del film “La Ciociara”, che parla e mette in luce le marocchinate. Credo che sia un atto di grande significato per non dimenticare le tante vittime di quell’atroce momento della storia, che hanno segnato la nostra terra, oltre che onorare una grande attrice italiana che ha dato lustro all’Italia nel mondo. Sono certo che tutta la Ciociaria ne sarebbe orgogliosa”.