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Per la serie, a volte ritornano

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Trevi Nel Lazio, Un disegno “diabolico” ed irrispettoso per far entrare Pietro Bianchini in minoranza

Nella giornata di ieri (venerdì 3 giugno) nel Comune di Trevi Nel Lazio, il consigliere di minoranza della lista “Unione e Cambiamento” Franco Cerri ha presentato le dimissioni. L’iter procedurale prevede la nomina del primo dei non eletti e dunque Lidano Cera e nel caso anche questo rifiuti del successivo Marco Cosmi, ma quasi contemporaneamente a Franco Cerri  anche  quest’ultimi due hanno presentato le loro  dimissioni, prima ancora dunque di essere nominati, evidenziando il chiaro disegno “diabolico” di far nominare il terzo dei non eletti: Pietro Bianchini (nella foto). Un comportamento strano quello del gruppo di minoranza “Unione e Cambiamento”, irrispettoso verso le disposizioni normative in materia e verso l’Istituzione, ma d’altronde la cittadinanza è abituata a queste contraddizioni di chi inneggia al rispetto ed al rigore, e poi si perdono in un bicchier d’acqua, attuando questi personali procedimenti in barba all’ordinamento amministrativo. “E’ sotto gli occhi di tutti –ha commentato il Sindaco Silvio Grazioli- l’irritualità compiuta con questo comportamento, non si segue l’iter delle dimissioni e nomina, ma ci si dimette in massa per far nominare chi si è deciso. E queste erano le stesse persone che volevano governare Trevi, se non rispettano le disposizioni, figuriamoci in che modo avrebbero gestito la cosa pubblica”. Infatti tutto ciò è uno “schiaffo” al volere popolare, Bianchini già ex consigliere di minoranza, che molti pensavano doveva essere lo sfidante nelle ultime amministrative del Sindaco Grazioli, venne messo ad un angolo rilegandogli un posto nella lista capitanata da Vincenzo Cecconi, raccogliendo 46 preferenze, delineando così il suo peso politico, ed ora in barba alle regole delle dimissioni e surroga, viene riportato a “galla”. Qualcuno considera che questo ritorno di Bianchini, rappresenti l’esito di un accordo per non essersi candidato lui a Sindaco, ma è pur sempre un “baratto” che delinea la carenza politica, di personaggi che poco hanno dato e sanno dare in modo concreto al paese.