Dove il rischio è moderato. Nessuna supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica
ROMA – “Tutte le Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso secondo il DM del 30 Aprile 2020 tranne tre: Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise, a rischio moderato. Tutte le Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno”. È quanto emerge dalla bozza dell’ultimo monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute. “Quattro Regioni- prosegue il report- Friuli-Venezia Giulia, Molise, Puglia e Veneto, riportano una allerta di resilienza, nessuna riporta molteplici allerte”.
“Nessuna Regione/PPAA supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 6%, sotto la soglia critica, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 688 (08/06/2021) a 504 (15/06/2021)”. È quanto emerge dalla bozza dell’ultimo monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute. “Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale- si legge ancora nel report- scende ulteriormente (6%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 4.685 (08/06/2021) a 3.333 (15/06/2021)”.
ISS: “MOLTE INFEZIONI CONTRATTE IN TERZA DECADE MAGGIO“
“Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione nella terza decade di maggio”.
ISS: “CALANO ANCORA NUOVI CASI NON ASSOCIATI A CATENE TRASMISSIONE“
“Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (3.961 vs 4.992 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile (40,3% vs 40,3% la scorsa settimana). In calo la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37,4% vs 38,6%). Infine, il 22,4% è stato diagnosticato attraverso attività di screening”.
fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it». Carlotta Di Santo