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Povertà colpisce duro in Lombardia, Caritas: “Da settembre a marzo hanno chiesto aiuto in 80mila”

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In molti non si sono mai ripresi dalle difficoltà affrontate durante la pandemia. Il triste primato del settore più colpito va alla ristorazione

di Marialaura Iazzetti

MILANO – Tra settembre 2020 e marzo 2021 sono state quasi 80.000 (78.882 per la precisione) le persone che hanno chiesto aiuto alle Caritas delle diocesi lombarde. Il numero di assistiti ha superato quello registrato durante la prima fase della pandemia, quando erano stati 77.000 i cittadini che si erano rivolti ai servizi della Caritas. Rispetto al primo lockdown diminuiscono, invece, i nuovi poveri: la percentuale cala dal 36% al 13%.

I dati sono stati presentati oggi durante la messa celebrata in duomo per i 50 anni della Caritas. “I lockdown hanno avuto un forte impatto sulla povertà in Lombardia, per la presenza di un’ampia quota di lavoro sommerso e quindi senza tutela, che ha mostrato tutta la sua fragilità, ma anche per i ritardi e l’inadeguatezza degli aiuti pubblici rispetto al costo della vita”, commenta Luciano Gualzetti, direttore della Caritas ambrosiana.

Le informazioni raccolte dalle diocesi indicano due elementi fondamentali su cui riflettere: le misure adottate dal governo negli ultimi mesi hanno avuto un impatto meno pesante rispetto alla prima fase emergenziale (i nuovi poveri sono, infatti, diminuiti); allo stesso tempo, però, c’è una grande parte della popolazione lombarda che vive ancora oggi in condizioni di indigenza e che non si è ripresa dai problemi affrontati durante la pandemia. La Caritas parla di “un’eredità onerosa destinata ad aggravarsi se non ci sarà una ripresa economica sufficiente”.

Secondo il report, ad aver sofferto di più in questi mesi sono stati i lavoratori con impieghi irregolari, i dipendenti in attesa di ricevere la cassa integrazione e le persone che stavano aspettando il reddito di cittadinanza.

Il monitoraggio conferma il triste primato del settore della ristorazione indicato da tutte le diocesi come uno di quelli che ha maggiormente risentito della crisi pandemica; seguono gli esercizi commerciali (segnalati da 6 diocesi), il turismo e il fitness (indicati da 5 diocesi).

Chi ha chiesto aiuto alla Caritas aveva soprattutto difficoltà nel pagare l’affitto, nel seguire la Dad e nell’assistere le persone con disabilità. In molti si sono rivolti alle diocesi anche per cercare un supporto psicologico (soprattutto tra i giovani) e per avere una mano nel mantenere i contatti con un parente detenuto.

Di fronte a questa situazione i 14.163 volontari della Caritas lombarda hanno risposto inventando nuove forme nuove di sostegno e stringendo collaborazioni con enti e associazioni. Nei prossimi mesi secondo Gualzetti, come hanno ricordato anche l’Arcivescovo Mario Delpini e Papa Francesco, bisogna “stare attenti alle nuove povertà, a quelli che rischiano di rimanere invisibili, scarti della società”.

Per aiutare queste persone, a detta di Paolo Petracca, candidato nella lista civica ‘Beppe Sala Sindaco’, “occorre un piano straordinario interistuzionale di politiche attive del lavoro, di salvaguardia del bene casa e di garanzie bancarie straordinarie assicurate da capitali pazienti“.

fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it»