Lido è il nome d’arte di Luca Di stefano, ragazzo del litorale romano che preferisce al rumore della città i suoni della risacca laziale. Il territorio è tutto, come l’intensità con la quale interpreta i suoi brani, una voglia di scrivere che è maturata nell’età adolescenziale per esplodere verso il tempo degli studi musicali. A luglio è uscito il nuovo singolo “Un onda per te” che fa parte del nuovo progetto con altri due brani che preannunciano il nuovo disco e adesso una nuva intervista per al Giornale del Lazio.
Ecco l’intervista.
“È il sentirsi amati semplicemente amando”.
Come è nata la canzone Un’onda per te?
È nata qualche tempo fa. Ho voluto analizzare un rapporto attraverso gli occhi di chi ama veramente, senza mezze misure e senza pretendere nulla in cambio. Perché ho capito che alla fine l’amore è quello che senti, nonostante tutto.
Cosa ti ha ispirato e se c’è molto del tuo vissuto
Nella maggior parte dei miei pezzi c’è del mio vissuto. Perché quando c’è del vissuto c’è verità e quando c’è del vero le parole hanno un peso diverso e chi le ascolta se ne rende conto. Io non so agli altri come succede, ma io ho sempre un unico pensiero prima di scrivere, qualcosa che mi da ispirazione. Come se ci fosse una figura a cui mi rivolgo e da lì partono parole a non finire. È la mia arma e me la tengo stretta stretta per me.
Quanto hanno inciso sulla composizione i diversi lockdown?
Sicuramente sono stati dei periodi di riflessione, per guardarsi dentro. Sono sempre stato molto riflessivo, ma in quei giorni ancora di più.
Come nasce una canzone di Lido
Nella maggior parte dei casi nasce e finisce in poco tempo. Succede questo perché quando scrivi per bisogno butti fuori tutto in modo naturale. Per me è sempre un qualcosa d’improvviso il bisogno di scrivere.
Perchè il nome Lido
Per Lido intendo il mare. Vivo da sempre vicino al mare e non potrei fare altrimenti, è l’aria che respiro. È sempre stato un rifugio per me e sempre lo sarà.
Qual è il tuo rapporto con la musica
È un rapporto troppo intenso, viscerale. È il mio modo di comunicare. Sono sempre stato una persona abbastanza chiusa, a volte quasi asociale, e nella musica ho scoperto la capacità di espormi e di alleggerirmi. Mi fa da scudo, mi salva.
Quanto ti hanno influenzato gli autori romani
Direi romani e non. Sono cresciuto con i cantautori di qualche tempo fa. Anche quando ero piccolo nelle mie orecchie suonavano le canzoni di Masini, De André, Dalla e fino ad arrivare ai Baglioni, Venditti, Renato Zero e via dicendo.
Un sogno nel cassetto
Il sogno è sempre e solo quello, la musica. Avere la possibilità di fare musica ogni giorno della mia vita. Scrivere, suonare e cantare le mie emozioni nelle quali le persone possano rispecchiarsi.