L’oro al quartetto italiano composto da Lamon, Consonni, Milan e Ganna ci consola dall’eliminazione della ragazze della pallavolo e della coppia di assi del beach-volley Nicolai e Lupo
Dalla nostra inviata Erika Primavera
TOKYO – Per una che vince, due che salutano: Giochi di squadra in chiaroscuro a Tokyo 2020, verso le fasi finali dell’Olimpiade. Ancora una giornata verniciata d’oro grazie al ciclismo su pista e alla splendida prova del quartetto italiano composto da Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna, e diretto da Marco Villa, che ha chiuso la finale con il nuovo primato mondiale di 3:42:032, davanti alla Danimarca iridata. Era da Città del Messico 1968 che un quartetto azzurro dell’inseguimento non saliva sul podio.
Le gioie azzurre finiscono qui, nonostante il medagliere abbia toccato quota 30, e lasciano spazio a ferite difficili da rimarginare in fretta. La Serbia oggi molto più forte dell’Italia, sia nella pallanuoto che nel volley femminile: il Settebello medaglia di bronzo a Rio 2016 si arrende ai quarti 10-6 ai campioni olimpici in carica con la più brutta prestazione del torneo di Tokyo, ed è costretto a giocare per il quinto posto. Sottotono e irriconoscibile anche la Nazionale di Mazzanti, schiacciata 3-0 dalle campionesse del mondo e senza l’apporto della solita Paola Egonu, autrice di una prova deludente che sbarra l’accesso alle semifinali. Le due eliminazioni di oggi dalla zona medaglie si aggiungono all’uscita amara dell’Italvolley maschile e della Nazionale di basket. E nella serata giapponese hanno abbandonato il torneo anche gli assi del beach volley Daniele Lupo e Paolo Nicolai, fuori ai quarti piegati dal duo del Qatar, Cherif-Ahmed.
La giornata di gare a Tokyo è iniziata all’alba, sotto il sole però già cocente dell’Odaiba Marine Park. Delusione per Rachele Bruni nella 10 km di fondo che cinque anni fa a Rio la vide protagonista con la medaglia d’argento: la fiorentina fatica a emergere e resta nel gruppone delle inseguitrici di Ana Marcela Cunha, oro al tocco finale della piastra, chiudendo quattordicesima in 2h02’10″2.
Buone speranza dalla canoa velocità grazie a Manfredi Rizza, che si è qualificato per la semifinale del K1 200 vincendo la quarta batteria con 34.867. Francesca Genzo, impegnata oggi nel K1 500, con il settimo posto in batteria (1:59.712), ha disputato i quarti di finale chiudendo al quinto posto (2:01.744) senza passare il turno. Luca Beccaro e Samuele Burgo nella seconda batteria del K2 1000 metri hanno concluso al quarto posto (3:28.047), mentre nei quarti di finale con la 3ª (3:12.667) posizione raggiungono la semifinale.
Per la pagina dell’atletica, gara con brivido per Gaia Sabbatini. La sua semifinale non conduce alla qualificazione, ma la porta a correre in 4:02.25, poco meno di due secondi di miglioramento rispetto al primato personale (aveva 4:04.23), seconda prestazione italiana di sempre alle spalle del 3:58.65 di Gabriella Dorio, la cifra del primato italiano, e miglior tempo di una nostra rappresentante dal 1984. Gara sfortunata quella dell’azzurra, danneggiata dalla caduta di due avversarie: ricorso presentato dalla Fidal e respinto. Paolo Dal Molin ha concluso la semifinale al 12esimo posto con 13″40, tempo non sufficiente per accedere alla finale dei 110 ostacoli.
Nella vela Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò hanno chiuso al settimo posto in medal race e in sesta posizione generale la gara del 470 ai Giochi, mentre nei tuffi Sarah Jodoin di Maria nella piattaforma entra in semifinale con il 15esimo posto (291.05) al contrario di Noemi Batki che si ferma con la 27esima posizione. Nel golf Lucrezia Colombotto Rosso e Giulia Molinaro hanno entrambe concluso il primo giro in 75 colpi (+4) condividendo momentaneamente la 54esima posizione.
fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it». Erika Primavera