Un sindacalista di Si Cobas denuncia: “Le forze dell’ordine hanno usato una violenza mai vista per sgomberare il presidio in piazza del Comune”
PRATO – Un centinaio di persone si sono radunate da questa mattina sotto la Questura di Prato dopo che, all’alba, le forze dell’ordine hanno sgomberato il presidio dei lavoratori Texprint in piazza del Comune. Al momento, stando a quanto riferito dal sindacato Si Cobas, le persone in stato di fermo sarebbero quattro: un lavoratore ed un manifestante arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, mentre non si conosce l’identità delle altre due persone. Secondo testimoni che hanno assistito alla scena, si tratterebbe di due ‘solidali’ con il presidio, bloccati dalla polizia appena scesi dall’auto. Nessuna conferma arriva dalla Questura che sceglie di “non rispondere perché la situazione è ancora in evoluzione”.
Numerosi lavoratori, anche di altre aziende, hanno raggiunto gli operai Texprint al grido di “toccano uno toccano tutti”. I manifestanti stanno dimostrando in maniera pacifica sotto la Questura, intonando cori per chiedere la liberazione dei fermati. Gli operai della Texprint, in agitazione dallo scorso 18 gennaio, erano in sciopero della fame da tre giorni per chiedere al Comune l’istituzione di un tavolo tecnico con l’azienda dopo le ripetute denunce sulle condizioni di lavoro nello stabilimento, in attesa degli accertamenti fatti dall’ispettorato del lavoro. Secondo il Si Cobas, infatti, i lavoratori sarebbero costretti a turni di 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana. Il sindacato racconta inoltre di numerosi episodi di infortuni non denunciati all’interno della fabbrica.
“SGOMBERO EFFETTUATO CON VIOLENZA MAI VISTA”
Uno sgombero effettuato “con una violenza mai vista”. È questo il racconto che L.T., sindacalista Si Cobas, fa all’agenzia Dire dell’intervento delle forze dell’ordine di questa mattina per sgomberare il presidio di alcuni lavoratori Texprint in piazza del Comune a Prato. “Mi hanno afferrato da dietro, stringendomi il collo con un braccio“, racconta il sindacalista. “Mi mancava l’aria, non riuscivo neanche a parlare. Quando mi sono liberato ho detto ‘ho paura, così mi ammazzi’ e mi sono sentito rispondere ‘fai bene ad avere paura’”.
Ma L. si considera uno di quelli a cui “è andata bene: altri sono stati colpiti con il manganello ed il presidio è stato completamente distrutto”. Al presidio in piazza del Comune erano presenti dieci persone, otto lavoratori e due sindacalisti, tutti in sciopero della fame da tre giorni. Uno dei lavoratori, di nazionalità senegalese, è in questo momento in stato di arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Le altre persone fermate al presidio sono state rilasciate questa mattina. Uno di loro si trova attualmente in ospedale per un malore accusato una volta uscito dalla Questura.
Michele Bollino fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it»