“Non ho parole per descrivere la mia felicità. È stato un lungo percorso ma ho tirato fuori gli artigli al momento giusto”
ROMA – Nicola Bartolini ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali di ginnastica artistica in corso a Kitakyushu, in Giappone. Il 25enne azzurro di Quarti Sant’Elena, atleta della Pro Patria Bustese, ha trionfato nel corpo libero con un punteggio di 14.800. Alle sue spalle il giapponese Kazuki Minami (14,766) e il finlandese Emil Soravuo (14.700).
“Sono campione del mondo, sono campione del mondo. Non ho parole per descrivere la mia felicità. È stato un lungo percorso ma ho tirato fuori gli artigli al momento giusto e ho avuto anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai”. L’oro mondiale al corpo libero a Kitakyushu, Nicola Bartolini, non sta nella pelle. Lo ripete incredulo perché lui, venticinquenne di Cagliari, è il primo oro nella storia della ginnastica italiana al corpo libero. L’ultimo podio in questa specialità risale all’edizione di Dortmund 1966 con Franco Menichelli, l’olimpico di Tokyo 1964, mentre è di Jury Chechi agli anelli di Losanna nel 1997 l’ultima vittoria azzurra in un campionato del mondo di artistica maschile.
“Voglio ringraziare tutto lo staff del centro tecnico di Milano e il presidente della Federazione per aver creduto in me- aggiunge il ginnasta scoperto in tenera età nella società Amsicora da Gian Paolo Murtas-. Ce l’abbiamo fatta, perché il risultato è di tutti quanti. Il favorito era il campione del mondo uscente, Carlos Yulo. Quando è andato fuori pedana ho realmente concretizzato che si poteva ambire a qualcosa di grande, era lui l’avversario da battere. Certo non pensavo di vincere l’oro”.
È la quarta partecipazione mondiale per Nicola dopo Stoccarda 2019 – insieme alla squadra che per una posizione ha mancato la qualifica olimpica per Tokyo 2020 – Glasgow 2015 e Nanning 2014. “Il ragazzo che ha fatto nel 2014 il primo Mondiale in Cina è cambiato tanto sia nella metodologia di lavoro sia nell’approccio alla ginnastica. Finalmente i risultati si vedono dopo un lavoro duro. È storia per l’artistica maschile italiana. Ora mi aspetto una statua con la mia faccia“, azzarda infine ridendo, prima di dedicare la medaglia “alla mia famiglia, alla mia ragazza, al mio allenatore Paolo Pedrotti, ad Alberto Busnari, a tutti i ragazzi di Milano, a quelli che sono con me qui in Giappone e a Paolo Bucci che è sempre pronto a sostenermi come mio primo fan”.
fonte «Agenzia DiRE» e l’indirizzo «www.dire.it»