Trevi Nel Lazio, La nota dell’Amministrazione Grazioli, fa chiarezza scansando le chiacchiere del ” deprimente teatrino” della minoranza
Un’occasione persa quella del gruppo di minoranza di Trevi Nel Lazio “Unione e Cambiamento”, per evitare l’ennesima brutta figura, mostrando alla comunità trebana, la propria indifferenza verso la cultura storica del territorio. Sabato scorso si è svolto un interessante incontro a Trevi, sulla lettura dei documenti dell’Archivio di Stato di Guarcino, dove tra l’altro per rispetto e cortesia sono stati invitati a partecipare i consiglieri di Unione e Cambiamento, che al contrario dando sfoggio della loro irriverenza, pur non partecipando all’evento nel loro stile saccente , hanno criticato l’evento , dando vita “al solito, deprimente teatrino” della disinformazione come unico strumento per mettersi in mostra: “Chiacchiere tante, concretezza zero”. Dalla sede comunale per rispetto alla comunità trebana, è stato emanato un comunicato che riporta chiarezza e la giusta informazione sull’evento. “In relazione ad un comunicato della Lista Unione e Cambiamento – si legge nella nota comunale- si impone un chiarimento. Per ciò che riguarda il convegno di sabato 11 dicembre 2021 vi è stata una totale travisazione dei fatti in quanto l’incontro verteva sull’Archivio di Stato sezione di Guarcino ed in particolare sul fondo di Trevi dello stesso Archivio che si compone di 93 faldoni di cui 45, che erano prettamente notarili, depositati già all’Archivio di Stato di Frosinone, e 48 portati nell’Archivio il 27 novembre 1971 e prelevati dall’Archivio storico del Comune di Trevi. Regista di quell’operazione fu il notaio Giuliano Floridi, con il beneplacito dell’allora Commissario prefettizio, Dott. Cammarota, lo stesso che autorizzò la demolizione della Chiesa di San Biagio al bivio con Filettino. La discussione è stata interessante ed hanno partecipato gli amici di Trevi già dipendenti dell’Archivio di Stato di Frosinone alcuni dei quali hanno lavorato presso l’Archivio di Stato di Guarcino, ed hanno offerto spunti interessanti utili sia a preservare il patrimonio archivistico sia magari a far tornare presso l’Archivio di Trevi i faldoni che per legge non devono essere obbligatoriamente depositati presso l’Archivio di Stato, a titolo esemplificativo alcuni tomi riguardanti gli atti del Podestà di Trevi, che ricordiamo ha avuto sede fino agli inizi del ‘700 presso il castello Caetani, per trasferirsi poi nell’attuale via Pierantoni, rione Civita. Dire, -continua la nota- come ha affermato Unione e Cambiamento che il Sindaco abbia rispolverato antichi titoli nobiliari solo per aver richiamato la presenza della sig.ra Doria Pamphili discendente di Innocenzo III, di Donna Olimpia ed Andrea Doria che si fregia del titolo principesco rappresenta nei confronti del Sindaco Grazioli che viene dalla scuola repubblicana di Mazzini, di Saffi, di Bovio e di Giovanni Conti sembra un’eresia. E confondere la cortesia per eresia rappresenta un grave errore, come un errore è stato quello di non aver partecipato alla riunione per portare un valido contributo alla ricchezza del nostro patrimonio archivistico”.