I cinquant’anni del Giffoni Film Festival di Claudio Gubitosi, Los Angeles e il cinema civile di Sonia Nassery Cole, lo IACE di New York e il rapporto tra Bach e Pasolini nel documentario prodotto per il Premio Penisola Sorrentina
Un documentario girato a Sorrento, in una sorta di viaggio che arriva però a toccare luoghi ed esperienze diverse, con attenzione a temi audiovisivi di straordinaria importanza. Una sorta di “metaluogo”, di spazio senza confini, che va da Giffoni, sede del “festival più necessario” come ebbe a definirlo Truffaut, all’America di Sonia Nassery Cole, regista e attivista afghana figlia di un diplomatico che con “I am you” racconta la storia dei rifugiati in Europa.
“Petali di cinema” è il nome del documentario prodotto da LabTv, in collaborazione con Il Simposio delle Muse, e realizzato nell’ambito del piano cinema Campania, con il supporto della Film Commission Regione Campania.
Davvero un lavoro diuturno quello del Premio Penisola Sorrentina, diretto da Mario Esposito, cui anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha rivolto apprezzamento attraverso la Direzione generale del cinema e dell’audiovisivo.
Il racconto della manifestazione, ritmato dalla voce di Maresa Calzone, si snoda toccando argomenti di estrema attualità, come l’importanza dell’industria culturale per il mezzogiorno evidenziata da Roberto Napoletano, il ruolo della cultura e del cinema per la promozione dell’ambiente e della sostenibilità, il valore dei premi per la promozione del territorio, nelle dichiarazioni di Pierpaolo Mocci, Raffaella Salamina e Andrea Romeo, distributore del film “Titane”,vincitore della Palma d’oro a Cannes 2021.
“Che cosa è un Premio per uno che ha settant’anni e che ha ricevuto riconoscimenti da ogni parte del mondo? Ogni volta che il territorio chiama io rispondo. Cosa ha fatto Giffoni? Cosa ha fatto Gubitosi? Ha fatto. Non si è arreso, non ha pianto , non ha urlato. Piano piano, mattone dopo mattone ha dimostrato che le cose si possono fare. Anche il concetto di periferia è stato completamente smontato da Giffoni. Le cose si possono fare ovunque se hai una buona idea”, afferma all’interno dell’audiovisivo Claudio Gubitosi, che ha ricevuto il riconoscimento per la categoria “cinema e istituzioni”. Un messaggio di determinazione e di speranza rivolto particolarmente ai giovani collaboratori della kermesse e al board team sorrentino.
Altro momento di rilevante interesse culturale il rapporto tra il cinema e Bach, che ha visto protagonisti il pianista iraniano Ramin Bahrami e il jazzista internazionale Danilo Rea per un omaggio al grande cinema di Pasolini, che prima in “Accattone” e poi nel “Vangelo” scelse il tema bachiano della Passione secondo Matteo, in un innesto vitali di mondi diversi eppure destinati ad incontrarsi.
Spazio ovviamente ai volti noti del cinema e della tv, tra cui Massimiliano Gallo, Francesca Cavallin, Luca Barbareschi, Paola Minaccioni (premiata da Giancarlo Magalli con il riconoscimento speciale intitolato a Dino Verde per l’ultimo lavoro diretto da Alessandro Pondi “School of Mafia”).
Tra le eccellenze che la rassegna è riuscita a coinvolgere va segnalato il Master di drammaturgia e cinematografia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: una giuria di esperti presieduta da Pasquale Sabbatino e composta da Vincenzo Caputo, Anna Masecchia, Matteo Palumbo e Giuseppina Scognamiglio ha conferito il riconoscimento a Mariano Rigillo che ha lavorato insieme con mostri scari del cinema da Patroni Griffi a Bolognini a Radford fino a Paolo e Vittorio Taviani.
A fare da ulteriore ponte con l’America (oltre il cinema) anche la cultura e la lingua italiana per l’omaggio ai settecento anni dalla morte di Dante Alighieri attraverso la sinergia con lo IACE di New York, presieduto da Berardo Paradiso, per un progetto di arti visive guidato dall’artista di Buonalbergo Giuseppe Leone.