A rimetterci sono i lavoratori e le lavoratrici dei servizi in appalto”
“Abbiamo iniziato a riscontrare problemi dal cambio di appalto della vigilanza armata che è stato rinviato ben tre volte prima di raggiungere un accordo che salvaguardasse gli interessi dei lavoratori, nel completo disinteresse dell’azienda sanitaria locale, per proseguire con il cambio di appalto dei servizi di vigilanza non armata e portineria che vede a oggi l’aggiudicazione dell’appalto ad aziende che non applicano il contratto collettivo nazionale maggiormente rappresentativo. Fatto questo che penalizza i lavoratori, non riconoscendo loro i diritti acquisiti, quali scatti di anzianità maturati e anzianità convenzionale, in precedenza sempre riconosciuti dalle aziende uscenti. Tutto sta accadendo dopo molteplici incontri con le stesse aziende e le istituzioni, finalizzate proprio a discutere sul tema”. Non usano mezzi termini i Segretari reatini di Filcams e Uiltucs, Marco Feuli e Pietro Feliciangeli, per denunciare ciò che sta accadendo ai lavoratori che operano per i vari servizi in appalto presso l’ASL del capoluogo sabino.
“Infine – ribadiscono Feuli e Feliciangeli – il cambio di appalto del servizio di pulizia e sanificazione che interessa ben 129 lavoratori, anche qui dopo vari incontri, incomprensioni e modifiche dell’ultimo momento, si è riusciti a salvaguardare i livelli occupazionali e reddituali dei lavoratori; cosa che non è avvenuta sul cambio di appalto delle pulizie e manutenzioni delle pertinenze e delle aree esterne delle Asl, che ha visto un taglio del 50 per cento delle ore lavorative e di conseguenza il drastico taglio dei salari dei lavoratori”.
“Ci domandiamo – continuano i sindacalisti – come sia possibile che per questi servizi essenziali, utili al il corretto svolgimento e funzionamento dei presidi sanitari pubblici utilizzati dai cittadini, (vigilanza, accoglienza e reception, pulizie e sanificazione, manutenzione e verde) non ci sia la dovuta chiarezza sulla redazione dei capitolati di appalto, anzi ci sia così tanto disinteresse da parte di un ente committente (Regione Lazio e Asl Rieti) che per obbligo deve controllare lo svolgimento del servizio e preoccuparsi che i livelli occupazionali e reddituali dei lavoratori che vi operano siano rispettati, ma soprattutto che le aziende affidatarie rispettino le regole di congruità previste”.
“Questa situazione sta causando forti perdite di salario, che nella maggior parte dei casi si ripercuote su lavoratori e lavoratrici monoreddito, che non riescono a portare a casa uno stipendio per sopravvivere – concludono Feuli e Feliciangeli – Manifesteremo davanti l’ospedale de Lellis per esternare tutto lo sconforto e il disagio dei lavoratori, cittadini reatini, madri e padri di famiglia che operano per servizi fondamentali per la Asl. Manifesteremo anche per tutelare l’utenza, le persone fragili e ammalate, che non vedono rispettati i loro diritti. E che le istituzioni stanno colpevolmente dimenticando”.