Il prete salesiano don Maksim Ryabukha da Kiev racconta la sofferenza della capitale ucraina per l’offensiva che continua nel sud e nell’est del Paese
ROMA – “Kiev sta piano piano tornando in una condizione normale, ma è pur sempre la normalità di uno stato di guerra. La consapevolezza che il conflitto imperversa nel sud e nell’est del Paese provoca veramente molta tristezza”. L’istantanea dalla capitale ucraina è del prete salesiano don Maksim Ryabukha, intervenuto in video collegamento nella sede romana dell’agenzia di stampa Dire durante una conferenza sul tema dell’accoglienza a Roma nel contesto del conflitto nel Paese dell’Europa orientale.
Parlando della situazione del conflitto, cominciato lo scorso 24 febbraio con il lancio di un’offensiva militare da parte della Russia, padre Ryabukha ha affermato: “Per noi che conosciamo la storia è chiaro che la Russia si fermerà solamente quando vedrà una capacità di rispondere da parte dell’Ucraina, quando troverà davanti a sé della forza. Per questo- ha proseguito il religioso- le armi hanno un ruolo chiave per mettere fine a questa guerra ed è per questo che il nostro presidente Volodymyr Zelenksi continua a richiederle”. Secondo padre Ryabukha quanto è avvenuto finora mostra che “chi viene a combattere qui vive uno stato che ha del demoniaco, come emerge chiaramente dalla morte e della distruzione che stiamo osservando”.
Rispetto alla possibile fine del conflitto, il religioso sottolinea che la guerra “non finirà solo con un eventuale ritorno ai confini precedenti al conflitto, perché nelle menti delle persone resta poi un grande lavoro da fare. La conversione di chi ha peccato giunge quando la persona capisce il perché del suo peccato”.
Brando Ricci fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it