Mediametrie: “15,6 mln di spettatori in meno dal 2017, minimo storico”
ROMA – Un milione di persone in meno rispetto a cinque anni fa ha seguito il confronto televisivo di ieri sera tra il presidente uscente Emmanuel Macron e la sfidante all’Eliseo Marine Le Pen, segnando un minimo storico. Lo riferisce Mediametrie, secondo cui ieri si sono sintonizzati 15,6 milioni di telespettatori, contro i 16,5 milioni di cinque anni fa che già avevano visto protagonisti i leader di La Republique en Marche e Rassemblement national.
Secondo Mediametrie, è dal 2007 che sempre meno francesi seguono gli avversari alla vigilia del ballottaggio all’Eliseo, quando 20,5 milioni di persone seguirono lo scontro tra Nicolas Sarkozy e Segolene Royal. Nulla se confrontati con i 30 milioni di telespettatori per Valéry Giscard d’Estaing e Francois Mitterrand nel 1981 e tra quest’ultimo e Jaques Chirac nel 1988.
Quanto all’esito del dibattito, il direttore aggiunto della testata Le Figaro, Vincent Tremolet de Villers, sostiene che entrambi abbiano giocato abbastanza bene le loro carte: Macron, ha scritto Tremolet de Villers, avrebbe dato prova come al solito di trattare con cognizione i temi economici, e ha provato a stringere all’angolo l’avversaria sul dossier Russia. Le Pen sarebbe invece migliorata rispetto al confronto del 2017, ma non avrebbe tuttavia mai dato prova di superiorità rispetto al suo sfidante. Alla fine però, per il giornalista de Le Figaro ciò che è emerso “è una Francia senza visione“.
Le Monde è più netto nel sostenere la superiorità retorica di Macron, evidenziando che ha scelto toni “aggressivi” sebbene già debba difendersi “dall’accusa di arroganza”. Il presidente uscente ha attaccato Le Pen non solo per i suoi legami con la Russia di Putin, ma anche per il suo “scetticismo climatico” e per il programma elettorale, che “non ha né capo né coda”. “Basta, si sta confondendo ahi ahi…” ha anche detto in un’occasione Emmanuel Macron.
Le Pen ha invece scelto temi sociali, criticando Macron sulla disoccupazione, la povertà e le difficoltà delle famiglie di arrivare a fine mese. Liberation in un articolo ha fatto un’operazione di “fact checking” su tali dichiarazioni. Ad esempio, ha citato l’affondo della leader di Rn secondo cui Macron “ha innescato prima problemi sulla capacità d’acquisto dei francesi, ma anche la crisi dei gilet gialli”, aumentando le tasse sui carburanti. In realtà, osserva Liberation, se da un lato l’aumento delle tasse ha avuto un impatto relativo rispetto all’aumento globale dei prezzi del carburante, dall’altro il potere d’acquisto dei francesi è realmente aumentato nel quinquennio di Macron all’Eliseo, di circa il 4%.
Cifra che l’Osservatorio francese per i dati economici (Observatoire francais des conjonctures economiques, Ofce) conferma, invitando anche a “prenderla con la dovuta cautela”. Quanto alla perdita di posti di lavoro, non sarebbero 14.500 come ha detto Le Pen ma circa 4mila netti.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it. Alessandra Fabbretti