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LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI,  ECCETTO…

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E’ proprio così, la scritta cubitale  si legge vistosamente in ogni aula di tribunale: si direbbe una professione di fede, una confessione, soprattutto una garanzia. Pertanto….

Tutti ricordiamo quel celebre uomo politico così abile da farsi mantenere tutta la vita dagli italiani e così abile da non lasciare una traccia gratificante visibile del proprio operato a vantaggio della comunità, zero e nulla; viene ricordato per la  sua capacità  di restare sempre a galla, di non agire mai controvento, di essere presente a battesimi, matrimoni e feste! Famose le sue parole: la legge si applica  per tutti  e si interpreta per gli amici! E avviene perciò, mettendo da parte il politico di cui sopra, che la famosa scritta  LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI  vada completata quanto meno con la dicitura: eccetto per gli avvocati! Infatti, parrebbe, una legge scritta vigente, fatta dunque di commi e sottocommi, preveda che gli avvocati,  di sicuro quando si tratta dei loro soldi,  hanno diritto a non soggiacere alla Legge, a differenza di tutti i comuni cittadini, quindi ignorare le sentenze del giudice! Questa è la Giustizia di cui alla Costituzione o invece  un primitivo medievale privilegio ad personam? Oltre tremila anni fa in Grecia si leggeva: Qui ad Atene….  ci è stato insegnato ….a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte, la cui sanzione risiede soltanto nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. Perciò la sentenza del giudice che vale per tutti salvo che per l’avvocato è una mostruosità etica, una discriminazione sociale gigantesca, a riprova dello stato comatoso, terminale, dell’Italia, che ancora oggi rende possibile e attuale tale nequizia e tale  devastazione della democrazia, in analogia  alle centinaia e centinaia di altre ‘leggi’ anche esse pari a privilegi e benefici  riservati  ad altre categorie che ancora oggi inquinano la vita comune, a danno enorme della comunità, nel dileggio dell’ universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.  E a chi si rivolge  invece il cittadino, il cosiddetto cittadino sovrano della Repubblica? Quale ordine professionale o associazione lo appoggia e sostiene? 

La fortuna di tutti è che da noi non si conoscono  -ancora!  e purtroppo non si sono mai conosciuti-     i giacobini e i sanculotti e gilets gialli e luddisti bensì solamente mafiosi, camorristi e cementieri e naturalmente,  salvo eccezioni,  politici fogna. 

E, per tornare  al tema, voglio ora riferire di una vicenda, una delle migliaia purtroppo che si raccontano sulla giustizia-non giustizia nazionale, che un protagonista  mi ha raccontato.

Un giudice del Tribunale di…non citiamo il nome per ovvie italiche ragioni! in una sentenza fissa l’onorario di un avvocato a 8000,00 Euro più diritti. Non vogliamo soffermarci su quest’altra peculiarità  dei ‘diritti’ di un legale, e quali ‘diritti’! né descrivere in che modo tale avvocato ha difeso il suo cliente avverso il  solito costruttore ladro, forse ne faremo oggetto di una successiva nota: una vertenza  quindi banale fatta durare però quattordici anni! L’avvocato non è soddisfatto degli 8.000,00 Euro+diritti fissati dal giudice e la ‘legge’ che abbiamo citato prima gli consente in effetti di rivolgersi ad altra ‘legge’ quella del  proprio protettore, l’ordine degli avvocati, al quale presenta  una richiesta addirittura di circa trentamila più spese, cioè quasi quattro volte quella in

sentenza!!  l’Ordine, che è stato istituito per far rispettare la ‘legge’, naturalmente riconosce per buona la richiesta del suo iscritto! Un altro giudice al quale tale avvocato presenta la nuova sentenza, chissà in base a quale criterio di legittimità e di giustizia riconosce tale aumento  confermato dal santo protettore ma abbassa la somma da trentamila a tredicimila più diritti: un giudice anche questo saggio e maturo che contesta gli ottomila euro del proprio collega e accetta invece le pretese del povero avvocato che fa durare la causa quattordici anni anni senza batter ciglio: la vittima pagatore naturalmente non esiste, non viene mai interpellata né tanto meno viene accertato se è in condizione di pagare. Si obbietterà: e l’avvocato della vittima? I lupi notoriamente si abbaiano tra di loro ma non si azzannano mai. A conclusione: il bello è che la vittima, è il vincitore della causa!!

Qui ci arrestiamo in quanto tale vicenda fa parte di quelle che lasciano allibiti e che fanno comprendere, tra l’altro, perché  negli anni passati la Giustizia  si cercasse di ottenere in altri modi piuttosto che correre il rischio possibile di imbattersi  in tali giudici e in tali ‘servitori della legge’.

                                                                                              Michele Santulli