E’ un fatto storico, perciò incontestabile, che entrando nei musei e pinacoteche del pianeta la gran parte delle opere in esposizione, specie con riguardo a quadri antichi e a reperti archeologici, hanno origini italiane: come e quando uscite, fa parte di vicende e di avventure e di misteri che sovente hanno dell’incredibile. Ci si chiede solo: come è stato, ed è ancora oggi, possibile.
Si ritiene che il Paese che prima di tutti e in grande quantità ha acquistato anzi fatto incetta di opere d’arte italiane sia stata la Gran Bretagna: iniziatore fu re Carlo I seguito dal Figlio Carlo II nel 1600 che acquistarono numerose opere rinascimentali di Maestri dell’epoca e in particolare numerosi disegni di Leonardo e alcuni di Michelangelo; la collezione d’arte della Regina vanta oggi la più ricca raccolta di disegni di Leonardo. Il grande accaparramento, incetta vera e propria, avvenne nel 1700: a parte le opere del Canaletto da Venezia, la preda gigantesca pari a vera e propria spoliazione fu la trasferta in Inghilterra di migliaia di pezzi di archeologia restituiti dal sottosuolo di Roma e dintorni nel periodo famoso del cosiddetto Grand Tour. L’Inghilterra a quell’epoca dominava il mondo e la ricchezza era favolosa: sorsero in quantità le celebri residenze e castelli nobiliari ovunque nel Paese, tutti abbisognevoli di oggetti di arredamento, e perciò si consolidò a Roma addirittura una organizzazione di intermediari e di agenti inglesi col compito di rastrellare e spedire in patria opere d’arte di archeologia, di ogni dimensione. Si immagini la situazione dell’epoca, eppure migliaia di opere d’arte e di sculture a grandezza naturale in marmo arrivarono alle loro destinazioni private, senza parlare dei Musei. Alle opere archeologiche da Roma, si aggiungeranno a partire dalla fine del 1700, grazie soprattutto al loro ambasciatore a Napoli Lord Hamilton, numerose opere dagli scavi di Pompei ed Ercolano, in particolare centinaia di preziosissimi vasi greci.
Non menzioniamo quanto è avvenuto nel 1800 e di che cosa si è privata l’Italia: basti pensare che quasi tutte le opere antiche greche e romane del Museo di Boston, una realtà museale inimmaginabile per le nostre proporzioni, uscirono dall’Italia e lo stesso dicasi per la gran parte dell’archeologia romana del Metropolitan di New York. Non citiamo le addirittura migliaia di vasi greci etruschi quasi tutti da Vulci esportati da Luciano Bonaparte a Parigi e altrove in Europa. Ma qui ci arrestiamo.
E da questo mondo favoloso di opere uscite dall’Italia, vanno in vendita a Londra per ragioni ereditarie nei prossimi giorni due reperti che sono la testimonianza di quale valore e qualità fossero gli oggetti venduti dagli italiani dell’epoca.
E’ il busto di Hermes/Mercurio in marmo rinvenuto in un pantano che si era formato attorno alla Villa di Adriano a Tivoli, recuperato da uno dei due attivissimi antiquari inglesi a Roma e venduto a nobili inglesi: nella vendita all’asta valutato 3-5 milioni di sterline. Un secondo oggetto rarissimo è un violino Stradivari con ancora nell’interno la etichetta dell’epoca ‘Cremona 1679’ che costituirà anche esso la gloria e l’apoteosi di qualche fortunato. La stima è di 6-9 milioni di sterline. Si può essere più che certi che i prezzi saliranno e si tenga a mente che all’aggiudicazione vanno aggiunti circa 30% per diritti d’asta.
Auguri dunque ai felici compratori e…. condoglianze agli altri.
Michele Santulli