Uso efficiente delle risorse tramite trasformazione dei modelli produttivi
ROMA – Con due decreti (DM 259 e DM 257 del 24 giugno 2022), approvati dal ministero della Transizione ecologica, l’Italia dà il via a due riforme strutturali: la ‘Strategia nazionale per l’economia circolare’ (SEC) e il ‘Programma nazionale per la gestione dei rifiuti‘ (PNGR). Per economia circolare si intende un nuovo modello di produzione e consumo volto all’uso efficiente delle risorse e al mantenimento circolare del loro flusso.
La SEC individua 5 modelli di business per un sistema produttivo coerente con l’economia circolare: filiera circolare fin dall’inizio, accesso a materiali derivanti dai rifiuti, a materie prime rinnovabili, riciclabili o biodegradabili; recupero e riciclo, eliminazione del concetto del rifiuto da smaltire; estensione della vita del prodotto, sviluppare prodotti che possano durare a lungo, mettendo a disposizione servizi, aggiornamenti e parti di ricambio; piattaforma di condivisione per mettere in contatto proprietari di beni di consumo e utenti interessati a usarli; prodotto come servizio, il consumatore diventa utente, le imprese mantengono la proprietà del prodotto e lo offrono a uno o più utenti tramite accordi basati sulle prestazioni.
Per quanto riguarda invece il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, il PNGR, i macro obiettivi individuati sono sei. Il primo è la riduzione del divario di pianificazione e di dotazione impiantistica tra le diverse Regioni, perseguendo il progressivo riequilibrio socio economico e la razionalizzazione del sistema impiantistico e infrastrutturale secondo criteri di sostenibilità, efficienza, efficacia ed economicità per corrispondere ai principi di autosufficienza e prossimità. Il secondo obiettivo è quello di garantire il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti e di riduzione dello smaltimento, tenendo conto anche dei regimi di responsabilità estesa del produttore per i rifiuti prodotti. Il terzo è razionalizzare e ottimizzare il sistema impiantistico e infrastrutturale attraverso una pianificazione regionale basata sulla completa tracciabilità dei rifiuti e la individuazione di percorsi che portino nel breve termine a colmare il gap impiantistico mediante la descrizione dei sistemi esistenti con l’analisi dei flussi. Ma anche sostenere la contestuale riduzione dei potenziali impatti ambientali, da valutare anche mediante l’adozione dell’analisi del ciclo di vita di sistemi integrati di gestione dei rifiuti.
Quarto. Garantire una dotazione impiantistica con elevati standard qualitativi di tipo gestionale e tecnologico. Quinto. Promuovere la gestione del ciclo dei rifiuti che contribuisca in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Sesto e ultimo macro obiettivo del PNGR è quello di definire le azioni prioritarie per promuovere la comunicazione e la conoscenza ambientale in tema di rifiuti ed economia circolare. Obiettivo principale del PNGR è quello di fare in modo che entro il 2035 non più del 10% dei rifiuti urbani vengano smaltiti in discarica.
Edoardo Romagnoli fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it