Fashion show memorabile della Maison da Trinità dei Monti a piazza Mignanelli
ROMA – Roma ieri ha vissuto un sogno: Valentino ha sfilato a ‘casa’. Una serata di eleganza, bellezza, sana stravaganza che ha riportato per un po’ in città la gloria che fu. Un fashion show indimenticabile per la collezione Valentino haute couture F/w 2022/23, firmata Pierpaolo Piccioli, dalla scalinata di Trinità dei Monti e fino a Piazza Mignanelli.
“La bellezza- scrive in una nota la Maison- nasce dall’armonia. Non è una dittatura estetica, non obbedisce a canoni rigidi, a regole prefissate. La bellezza è un modo, ed è al centro del modo di fare della Maison Valentino, sin dalla fondazione. Questa collezione fotografa l’idea di bellezza promossa, sostenuta, fortemente voluta dal Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli, qui e adesso. Un’idea che rende centrale ciò che un tempo era periferico e protagonista chi prima non era nemmeno comparsa; che trova il glamour in ciò che è imperfetto e lontano dal canone. Una idea che della bellezza amplia lo spettro. Tutto inizia di nuovo dove ogni cosa inizia sempre: a Roma, in Atelier, il luogo in cui creazioni e invenzioni prendono vita attraverso le mani e le storie di chi gli abiti li fa, di chi imprime il carattere attraverso il lavoro. Nel modo, nulla è cambiato. Non è cambiato nemmeno l’indirizzo. Però tutto è cambiato”.
Un dialogo, spiegano ancora da Valentino, “con la storia personale, un ideale confronto con il fondatore attraverso un florilegio di momenti, temi, colori, materie, segni, linee, seguendo solo la mappa del gusto e del sentimento. Il dialogo è uno specchiarsi e ritrovarsi, per trovare altri angoli. Dopo tutto, nulla si ripete mai allo stesso modo. Ogni inizio è sempre tempestivo. E ogni inizio riporta in Atelier, perché é lì che la visione diventa tangibile. La conversazione si materializza in ultimo nella sfilata, momento topico e realizzazione finale dell’idea. La moda non è mai statica. Il movimento è la sua vera dimensione, dipanata nello spazio e nel tempo. Il movimento lungo una scalinata carica di storia rimanda ad altri movimenti e momenti di moda, lungo le stesse scale, che diventano adesso estensione dell’Atelier. La fotografia finale coincide con la fotografia iniziale, ma non del tutto. Nelle differenze sta l’abbrivio di altri inizi, di ulteriori viaggi senza mappe se non quelle del sentimento”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it. Fabrizia Ferrazzoli