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Il restauro delle statue delle Terme di Agnano svelato al pubblico

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Aperto a Palazzo Reale nelle Salette pompeiane il cantiere di restauro delle statue delle Terme di Agnano si potrà accedere il martedì dalle 10 alle 15 e sabato 24 dalle 20 alle 23  per le Giornate Europee del Patrimonio

«L’utente desidera partecipare e vuole sapere come vengono utilizzate le disponibilità economiche perciò occorre coinvolgerlo, bisogna promuovere la conoscenza sulle attività di restauro», così ha esordito l’arch. Salvatore Buonomo, da due giorni insediato alla guida della Soprintendenza partenopea nel presentare il secondo cantiere di restauro aperto al pubblico nell’ambito del progetto “Incontro-Intorno al restauro” che consente al pubblico di vedere cosa c’è dietro le attività di restauro. L’arch. Buonomo ha raccolto il testimone dal Dr. Luigi La Rocca,attuale Direttore Generale ABAP del Mic, il quale così si è espresso: « Questo progetto rientra nel più ampio programma che coinvolge i partner per far conoscere la nostra attività per il recupero del nostro Patrimonio. Il cantiere sarà in alcune occasioni aperto al pubblico per mostrare il restauro di monumenti funerari della strada che conduceva a Napoli e di alcune statue rinvenute nelle Terme romane di Agnano. Le Terme sono un monumento di straordinaria importanza anche sotto l’aspetto archeologico. Quando la situazione sarà chiarita restituiremo i reperti». Continua il Dr. La Rocca «L’attività di restauro va di pari passo con quella di ricerca, pertanto sono fondamentali i rapporti con le istituzioni, alle quali forniamo il   know-how dei nostri Funzionari. Interveniamo anche nell’attività di formazione con l’augurio ai nostri giovani “medici” in camice bianco intenti al restauro che possano seguire la loro strada».

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Alla presentazione, oltre all’arch. Buonomo e al Dr. La Rocca, sono intervenuti anche il Magnifico rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, prof. Lucio d’Alessandro e per l’Università l’Orientale  il professor Antonio Rollo, nonché il Dr. Pietro Paolo Mauro attuale responsabile del procedimento per le Terme di Agnano. L’iniziativa rientra nel programma “Incontro-Intorno al Restauro”, organizzato dalla Soprintendenza, che prevede una serie di eventi finalizzati alla diffusione della conoscenza ad un ampio pubblico dell’attività di recupero di beni archeologici, storico artistici e architettonici della città e alle tecniche conservative con cui tali interventi sono condotti. Gli studenti intenti al restauro sono del corso di laurea in Conservazione e Restauro dell’Università Suor Orsola Benincasa diretto dal prof. Pasquale Rossi, del  dipartimento di scienze umanistiche diretto dalla prof.ssa Paola Villani, il corso consente di fare un percorso di ricerca con nuove professionalità per rinnovare i percorsi formativi adeguandoli alle nuove sfide.  Il restauro, appena avviato, riguarderà  4 statue, 3 altari e 2 rilievi funerari in marmo di epoca imperiale romana provenienti dalle Terme di Agnano e dal territorio circostante.

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Le statue raffigurano: Afrodite armata, Ganimede, Hermes con Dioniso bambino e Venere marina. Le attività, coordinate dalle funzionarie della Soprintendenza, dott.sse Barbara Balbi (direttrice dei Lavori) e Raffaella Bosso (responsabile di Progetto), sono eseguite, sotto la guida della prof.ssa Monica Martelli.L’accordo di collaborazionecon l’Università Suor Orsola Benincasa coinvolge anche il Dipartimento Asia Africa Mediterraneo dell’Università di Napoli “l’Orientale”,  guidato Dr. Marco Giglio, per le attività di coordinamento scientifico per gli aspetti archeologici, a supporto alle attività di restauro e progettazione degli apparati divulgativi della mostra, nell’ambito di una convenzione tra la Soprintendenza e l’Ateneo che ha ad oggetto lo studio e la valorizzazione dei siti archeologici periferici della città di Napoli. Nelle Salette pompeiane sono anche state allestite due vetrine in cui sono esposte delle monete di varie epoche rinvenute durante gli scavi archeologici della stazione di piazza Municipio della Metropolitana di Napoli, un intervento reso possibile grazie al sostegno finanziario di una Fondazione bancaria nell’ambito del programma Art-Bonus. Trattasi di un importante rinvenimento archeologico in quanto trattasi «della prima documentazione di monete circolanti a Napoli», come ha sottolineato la prof.ssa Renata Cantilena del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno .

Harry di Prisco