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Come si perde l’identità di un paese

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Piglio, L’attività della Strada del Cesanese, non include il paese e l’Amministrazione Felli ne è indifferente

Da capitale del Vino Cesanese del Piglio a succursale della Strada del Cesanese, il passo è stato breve per il Comune di Piglio. Purtroppo nel declino in cui il paese è indirizzato in quest’ultimi anni, è da annotare la perdita della sua identità. Da venerdì prenderà inizio la “48° edizione della Sagra dell’Uva-del Cesanese del Piglio”, che come abbiamo avuto già modo di affrontare https://www.ilgiornaledellazio.it/2022/09/21/torna-la-sagra-delluva-del-cesanese-del-piglio/ rappresenta tutto fuorchè una festa tradizionale e di valori identitari, ma al di là di ciò tutte le manifestazioni legate al vino Cesanese del Piglio (unico vino rosso DOCG del Lazio) si svolgono in altri paesi, ma non a Piglio e le poche manifestazioni che si svolgono sono rilegate nelle aziende dei produttori site nel territorio pigliese, che nulla portano al paese. La Strada del Cesanese del Piglio, è composta da numerosi produttori a partire da Affile fino a giungere ad Anagni, la presidenza è a Piglio nel locale della sottostazione, e le manifestazioni che vengono promosse, o si svolgono negli altri paesi, oppure negli agriturismi-aziende siti nella campagna di  Piglio, ma a Piglio? nel suo bellissimo centro storico? Nulla non si riesce neanche ad aprire una rivendita di vino che possa includere le varie etichette di Cesanese, e forse un motivo c’è. Infatti quando i turisti della domenica transitano per Piglio, non si fermano in paese per acquistare vino, ma vanno direttamente nelle aziende dislocate in periferia. Mentre nei centri limitrofi Serrone, Paliano, Olevano Romano si organizzato delle giornate di degustazione nei centri storici con i vari produttori della Strada del Vino a Piglio nulla.   E’ comprensibile ormai che il senso del termine “valorizzare” che significa attribuire a qualcosa il giusto o un maggiore valore, è sconosciuto nel vocabolario dell’Amministrazione Comunale di Piglio, come ha dimostrato quest’estate che dopo il covid doveva essere l’estate del rilancio ed invece è stata quella del regresso più totale. La Strada del Cesanese, che ha la sua sede a Piglio, deve lavorare per il territorio e non pensando al singolo produttore ed  alla propria azienda agricola ed al proprio agriturismo, ma deve promuovere con iniziative il territorio, invogliando i turisti a conoscere i paesi i loro centri storici, la loro cultura, le loro tradizioni. Rappresentano una realtà che deve progettare e rilanciare l’agricoltura tutta, ottenendo finanziamenti a livello europeo, come fanno le altre strade del Vino presenti in Italia. Purtroppo ad oggi la Strada del Cesanese, ha una visione molto limitata di territorio, circoscritta ai singoli agriturismi dei soci produttori con manifestazioni nelle loro aziende, e la colpa di ciò va data anche all’Amministrazione Comunale del Sindaco Mario Felli, che ad esempio nel calendario estivo, come è stato fatto negli altri comuni limitrofi, doveva invogliare la Strada ad essere presente con serate di degustazione; ma di sicuro i produttori saranno presenti alla Sagra dell’Uva per vendere il loro vino, sfruttando la manifestazione per questo fine. La vocazione di Piglio è sempre stata quella del Vino Cesanese, ed intorno ad esso una comunità, un intero territorio hanno trovato la loro identità, oggi non riuscendo a valorizzarlo si perde quell’identità.  La valorizzazione passa attraverso la conoscenza dei valori di un paesaggio, delle sue peculiarità, quindi, degli elementi naturali e antropizzati che lo compongono, dei saperi tradizionali tramandati e sedimentati nei secoli e riconosciuti dalla collettività, di come è percepito da chi lo vive e, si potrebbe dire riassumendo, della consapevolezza della comunità e dei singoli individui della propria storia e della propria identità culturale. L’Amministrazione Comunale, deve essere alla guida della regia del territorio, dar vita ad una sinergia produttiva con la “Strada del Cesanese”, che non può agire per fini personali, l’Assessore all’Agricoltura (se mai ce ne fosse uno a Piglio) dovrebbe lavorare, progettare, costruire insieme alla Strada un sistema d’iniziative e promozione del territorio legate al Vino Cesanese del Piglio, questo prodotto è un patrimonio del territorio, ma soprattutto della comunità pigliese, e va tutelato e valorizzato, e di conseguenza Piglio deve riacquistare la sua centralità: ormai è impossibile, ma si nutre ancora la speranza di risvegliare nell’Amministrazione del Sindaco Mario Felli il senso di appartenenza a questo paese.

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