Pandemia e Cashback hanno convinto anche i più recalcitranti a ridurre l’uso dei contanti e a utilizzare sempre più spesso la moneta digitale. Boom delle carte con reteizzazione
BOLOGNA- La prima spinta è arrivata dai lunghi mesi di lockdown, in cui molti italiani hanno ‘scoperto’ lo shopping online. La seconda l’hanno data la diffusione dei sistemi contactless e il Cash back di Stato, il meccanismo di rimborso sugli acquisti digitali introdotto dal governo Conte (il 10% su ogni transazione) per convincere gli italiani a usare meno i contanti e garantire la tracciabilità dei pagamenti in chiave anti-evasione.
SI RIDUCE IL NUMERO DEI CASH LOVERS
Sta di fatto che tra 2021 e 2022 è accaduto quello che secondo alcuni era difficile potesse accadere: gli italiani hanno imparato a gestire carte di credito e affini (con un vero e proprio boom delle carte di debito) e ridotto molto l’utilizzo del contante. Il numero dei ‘cash lovers’ si è ridotto, nel contempo, del 30%. “A fronte della ripresa dei consumi, il numero delle operazioni e gli importi complessivi transati con le carte di debito hanno registrato uno sviluppo significativo”, certifica la ventesima edizione dell’Osservatorio carte di credito e digital payments curato da Assofin, Ipsos e Nomisma con il contributo di Crif.
I PAGAMENTI DIGITALI CRESCONO DEL 24%
Grazie alla ripresa dei consumi, alla fine delle restrizioni e alla ripresa di tutte le attività collegate ai servizi, il numero dei pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante a livello nazionale è cresciuto del +24%, incremento che sale a +29% se si considerano i pagamenti su pos con le sole carte di debito. Nel 2021 in Italia erano attive 15,2 milioni di carte di credito con un valore delle transazioni effettuate che si attesta nell’ordine di 84,6 miliardi di euro, dato in netta ripresa rispetto all’anno precedente, ma non ancora ai livelli del 2019.
UTILIZZO “ESPLOSIVO” DELLE CARTE DI DEBITO
Rispetto al valore medio delle transazioni effettuate con carta di credito, dall’Osservatorio emerge una leggera diminuzione del valore medio a 62 euro a transazione con un calo nel corso degli anni osservati che ha ridotto gli importi medi del 19,5% rispetto ai 77 euro del 2017, segno che le carte vengono utilizzate anche per piccole spese. Riguardo alle carte di debito nel corso del 2021 si osserva un “utilizzo esplosivo”, certifica il rapporto: il numero delle operazioni ha registrato una crescita importante rispetto al 2020 (+53,5%), confermata anche dai volumi complessivi che nel 2021 hanno sfiorato i 184 miliardi.
IN CRESCITA I PAGAMENTI RATEIZZATI
“E’ aumentata la corsa all’utilizzo di prepagate e carte rateali, riconducibile alla ripresa della spesa delle famiglie”, spiega il numero uno di Nomisma, Luca Dondi. Nel 2021, infatti, si registra un ulteriore aumento, spinto anche dallo sviluppo dell’e-commerce, del numero di operazioni, +34,7%, aumento che dà origine a un flusso transato di oltre 54,1 miliardi (+26,6% sul 2020). L’analisi del livello di rischiosità del comparto delle carte di credito mostra una lieve riduzione del tasso di sofferenza delle carte a saldo, viceversa si osserva un lieve aumento per quelle rateali.
RISCHIOSITÀ ANCORA BASSA, PERÒ…
La crisi economica e sanitaria ha riacceso l’attenzione sul rischio di credito, i tassi di sofferenza osservati si confermano tuttavia lontani da quelli registrati nei momenti di crisi del debito sovrano. La situazione macroeconomica e geopolitica potrebbero, però, acuire nel 2022 le criticità incontrate da imprese e famiglie, generando tensioni sugli indicatori di rischio. A partire dal 2020 si assiste ad una rapida espansione delle soluzioni di pagamento ‘buy now pay later’ (Bnpl, “compra adesso, paga più tardi”), complice la pandemia che ha fatto crescere l’e-commerce e ha reso più “digital” le abitudini dei consumatori.