È alta la tensione nella maggioranza dopo la pubblicazione degli appunti del Cavaliere sulla leader di Fratelli d’Italia
ROMA – Cosa si sono detti Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa, giovedì nell’aula di Palazzo Madama, poco prima che il neopresidente del Senato venisse eletto? La lettura del labiale offre un aiuto alle ricostruzioni di queste ore. Berlusconi non se la prende con La Russa. O almeno non direttamente. Si lamenta per la linea tenuta da Fdi e da Forza Italia che lo hanno esposto alle rimostranze di Licia Ronzulli. Anche le frasi contro Giorgia Meloni, scritte sui fogli di Villa San Martino, si caricano di un’altra valenza.
Prima dell’ormai famoso ‘vaffa’, il Cavaliere dice: “Sono stato messo sotto dalla Ronzulli. Vaffanculo. Mamma mia…”, e sbatte la penna sul tavolo. Prima, spiegano fonti del Senato, si lamenta per la figuraccia che è costretto a fare. “Pensaci”, dice a La Russa cercando di muoverlo a un ripensamento.
Ma il presidente del Senato è convinto e vuole andare avanti. Poco prima ha incontrato Renzi, e Patuanelli, ha salutato cordialmente Sbrollini e altri senatori, tra quelli che “al di fuori del centrodestra” lo hanno sostenuto. O almeno sono sospettati di averlo fatto in base ai tempi con cui si sono trattenuti nel catafalco per il voto.
LO SFOGO DI BERLUSCONI
Quindi La Russa si avvicina a Berlusconi e ne ascolta uno sfogo in piena regola. Meloni è “supponente”, “arrogante”, una con cui “non si può andare d’accordo”. E poi c’è Ronzulli, che preme per entrare al governo. Lui pensava di condizionare la partita, ma la cosa non smuove gli alleati. “Sono stato messo sotto dalla Ronzulli”, dice Berlusconi in un moto che è insieme sdegno e autocommiserazione.
La Russa, solidale ma non intenerito, allarga le braccia. “Che ci posso fare, io?”. Quindi si allontana, lasciando l’ex alleato a fare i conti con se stesso. Per la cronaca, negli stessi minuti un’altra donna nel presente di Berlusconi calca il palcoscenico della politica nazionale. È Marta Fascina, la compagna eletta alla Camera. A Montecitorio, poco prima che al Senato il Cav rivelasse a La Russa tutta la sua amarezza, interpellata dai giornalisti, risponde: “Forza Italia è compatta su La Russa”. Beata innocenza.
A nulla servono i tentativi di ricucire. Nel pomeriggio di giovedì La Russa chiama Berlusconi per sincerarsi che il tempo abbia temperato la delusione. Un momento di solidarietà tra uomini, che tuttavia è solo una pausa. Quindi, il giorno dopo, ancora La Russa si dice convinto che gli appunti di Berlusconi contro Meloni siano un fake e gli offre un’ancora di salvezza, invitandolo a smentire quel messaggio contro Meloni. Ma la smentita non arriva.
LA REPLICA DI MELONI
Così la “supponente” e “arrogante” leader di Fdi si materializza con una replica al calor bianco. “Negli appunti di Berlusconi mancava un aggettivo: che non sono ricattabile”, dice Meloni lasciando la Camera. E nell’aria si sparge l’eco lontana di Rosy Bindi, e del famoso: “Non sono una donna a sua disposizione”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it Alfonso Raimo