Presentato alla Festa del Cinema di Roma il docu-film sulla storica partita. Una rivincita storica ma anche un ritratto di una Roma e di un tifo che non ci sono più
ROMA – “Se era bono? Il Gol di Turone era buono, era veramente buono. Come buono è Ramon, che è una grande persona. Certo ci rimane questo amaro in bocca. Una ferita che resta e sta sempre lì”. E’ iniziata così, con la risposta dell’ex attaccante della Roma, Roberto Pruzzo, l’intervista collettiva che l’agenzia Dire ha effettuato oggi ai protagonisti del docu-film ‘Er gol de Turone era bono’.
Per quel gol, segnato da Maurizio ‘Ramon’ Turone in uno Juventus-Roma del 1981 decisivo per lo scudetto ma poi annullato dall’arbitro, per un fuorigioco inesistente, si era parlato di caso irrisolto del calcio italiano. Da oggi non è più così. Grazie al docu-film prodotto da Aurora Film con Rai Cinema, girato dai registi Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet, e presentato nell’ambito della Festa del Cinema di Roma che si è appena chiusa con ottimi numeri. Ora, è agli atti, universalmente, che quel gol era buono. Eppure per i tanti romanisti, a partire dal bomber Pruzzo, che tra l’altro fece uno dei “pochi assist della carriera” – ha scherzato lo stesso ex giocatore oggi – quel gol annullato ingiustamente resta una ferita aperta.
“Sì- ricorda Pruzzo- però è una ferita che ci è servita per arrivare lì dove siamo arrivati, a vincere pochi anni dopo lo scudetto, anche se molti calciatori che giocarono quella partita, e di questo mi dispiace, non hanno potuto proseguire. Cosa sarebbe successo se avessimo vinto nel 1981? Di sicuro- ha aggiunto il Bomber, avrei giocato due volte la Coppa dei Campioni, e questa è un’altra ferita aperta, di quelle che non si rimarginano“.
‘Er gol de Turone era bono’ non è però solo un film che parla di epica sportiva. Attraverso le sue immagini si torna indietro a una Roma, intesa come città, ed a un calcio che sono ormai solo immagini sbiadite di un passato più o meno recente. “Questo lavoro- ha spiegato a tal proposito Francesco Micciché, seduto vicino all’altro regista Lorenzo Rossi Espagnet- è in effetti un tentativo di raccontare una Roma che non c’è più e di un essere romanisti che forse è cambiato. Ma è anche un tentativo di ridare un po’ di giustizia e ristabilire la verità, anche se questa c’è già nel cuore dei tifosi”.
Al forum con la stampa andato in scena oggi, come ospite, c’era anche lo sceneggiatore e regista Enrico Vanzina, che compare anche nel film. E anche lui, alla fine, ha introdotto il concetto di verità. “Io quel giorno ero lì, in mezzo ai tifosi di cui parlano i registi- ha ricordato- Mi ero mosso in macchina con dei miei amici. Durante quella giornata capii tante cose della vita, cose sulla giustizia e sull’ingiustizia, su cosa significa innamorarsi di qualcosa in maniera totale e avere dei sentimenti per qualcosa che non è per forza una persona. Questo documentario mi fa commuovere, perché mi riporta indietro nel tempo e mi riporta a un momento molto difficile. Pruzzo dice che è servito per quello che è venuto dopo. Ma a me, in quel momento, è servito solo a farmi stare tanto, tanto, male. Però il Dio del calcio è tornato giù e ha fatto realizzare questo bellissimo film che fa tornare a galla un pezzetto di verità. E la verità deve sempre vincere”.
‘Er gol de Turone era bono’ è stato realizzato con immagini di repertorio, dibattiti di allora, e interviste realizzate ai nostri giorni come quelle a Turone, Prandelli, Pruzzo, Falcão, Marocchino, all’arbitro Paolo Bergamo e al suo collaboratore Giuliano Sancini che annullò il gol.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it Emiliano Pretto