Si tratterà di un’eclissi parziale visibile da tutta l’Italia, per osservarla non basterà indossare dei semplici occhiali da sole
ROMA – Mancano meno di 24 ore all’evento astronomico dell’anno. Domani, 25 ottobre, intorno alle 11, la Luna si frapporrà tra il Sole e la Terra causando una parziale eclissi solare.
QUANTO DURERÀ L’ECLISSI SOLARE
Il fenomeno durerà circa 2 ore e sarà percepibile in maniera differente a seconda del luogo in cui ci si trova. Il cielo si farà più scuro nelle regioni settentrionali dove l’eclissi solare sarà all’incirca del 29% mentre al sud sarà al massimo del 22%.
COME OSSERVARE L’ECLISSI SOLARE
Guardare il sole durante un’eclissi ad occhio nudo va assolutamente evitato, perché potrebbe comportare dei danni permanenti alla retina. Anche utilizzare vecchie lastre o vetri anneriti non pone al riparo da rischi per la propria vista, così come scattare foto o realizzare video senza adeguati filtri. Bisognerà quindi dotarsi di occhiali con delle lenti speciali (AstroSolar) – facilmente reperibili online- oppure recarsi nel più vicino osservatorio astronomico. In alternativa si potrà seguire l’eclissi in diretta streaming sul sito di Virtual Telescope.
QUANDO CI SARÀ UNA NUOVA ECLISSI SOLARE?
Il fenomeno che avrà luogo il 25 ottobre fa parte della cosiddetta famiglia Saros, una serie di eclissi che si ripetono con un intervallo di 6.585 giorni, pari a 18 anni, 10 giorni e 8 ore. Per osservare nuovamente un’eclissi solare bisognerà attendere il 29 marzo 2025, quella successiva avrà luogo il 12 agosto 2026.
ECLISSI SOLARE, GLI EFFETTI SUGLI ANIMALI
Dal ritorno nell’alveare delle api ai vocalizzi notturni di uccelli e anfibi, ai ragni osservati disfare le proprie tele nel buio per poi ritesserle al rispuntare del sole. Sono alcuni degli effetti che l’eclisse solare provoca negli animali. A spiegarlo Emiliano Mori, ricercatore dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iret).
ECLISSI SOLARE TRA MITO E LEGGENDA
L’eclissi parziale di sole, prevista nella tarda mattinata del 25 ottobre 2022 e visibile anche nei cieli italiani, è uno dei fenomeni astronomici più affascinanti e suggestivi cui assistere. Se oggi le osserviamo con curiosità e con attenzione scientifica, in passato le eclissi solari venivano molto spesso associate ad eventi catastrofici o superstizioni. Per i Maya e gli egiziani erano presagio di sventura, mentre nell’antica Cina, si credeva fossero opera di un drago celeste affamato. Ma se l’influenza dell’eclissi sull’uomo è ispirata a miti e leggende, la confusione che provoca tra gli animali è invece una più consistente realtà. Osservazioni scientifiche e progetti di ‘citizen-science’ riportano spunti interessanti.
ECLISSI E RITMI CIRCADIANI DEGLI ANIMALI
Nonostante la breve durata di questo evento, durante le eclissi sono state rilevate variazioni dell’intensità luminosa, della temperatura e della velocità del vento. Anche se non considerevoli, tali variazioni interrompono o comunque influenzano i ritmi circadiani di un’ampia varietà di animali, mammiferi ma anche insetti ed uccelli portandoli a modificare improvvisamente comportamenti ed abitudini. Principalmente sono stati registrati classici comportamenti osservati normalmente in ore serali o notturne, come il ritorno ai nidi e alveari, vocalizzazioni serali e cessazioni di esse, o un aumento dei ritmi giornalieri di attività. In alcune specie, cani, cavalli, giraffe, babbuini, gorilla, corvidi e fenicotteri, può svilupparsi uno stato ansiogeno apparente suggerendo una risposta di paura o comunque legata a sentimenti negativi. Comportamenti associati all’inizio della notte (per esempio, uscire dal sito di rifugio per iniziare a muoversi nel bosco o nei campi) sono stati osservati in specie domestiche come ovini e bovini, ma anche in specie selvatiche quali, ad esempio, pipistrelli, falene e uccelli rapaci.
Eclissi totali o parziali determinano effetti sul comportamento degli uccelli. Per esempio, aironi prevalentemente notturni come le nitticore abbandonano i loro posatoi diurni per spiccare il volo; al contrario, uccelli ad attività diurna come i pellicani, raggiungono i loro dormitori. I macachi rhesus si frammentano in sottogruppi più piccoli per giacere a dormire fino a riunirsi alla conclusione dell’eclissi.
Nei gorilla in cattività sono stati osservati fenomeni di rientro presso la struttura di riposo notturno. I ragni al termine dell’eclissi ritessono la ragnatela come al mattino; le cicale aumentano il loro frinire poco prima dell’oscurità, per poi zittirsi nella fase di buio, che rende invece attivi grilli e libellule. Gli spostamenti delle api si interrompono bruscamente, probabilmente a causa della diminuzione della luce polarizzata essenziale per i loro viaggi di fiore in fiore. Le lucciole di sesso maschile avviano i processi enzimatici per la formazione della luciferina, molecola presente in abbondanza nei lori addomi. Gli anfibi come le rane verdi, durante un’eclissi solare, aumentano le vocalizzazioni mentre leoni, coccodrilli e zebre sembrano invece non mostrare nessuna alterazione comportamentale. Anche le piante mostrano un effetto derivante dalle alterazioni dei parametri ambientali conseguenti all’eclissi. Nelle foglie è stata osservata la chiusura stomatica, per esempio nella Mirabilis jalapa, cosiddetta Bella di notte. In questa specie sono state osservate, durante l’eclissi, l’apertura e la chiusura delle infiorescenze, nonché variazioni nelle attività fotosintetiche mediante riduzione anche minime di clorofilla. Eventi astronomici, come l’eclissi, ed effetti sui sistemi biologici sono ormai oggetto di approfonditi studi scientifici. Tuttavia, data la natura fugace e rara dell’evento su scala globale puntiforme, trarre conclusioni generalizzate è molto complesso, lasciando aperte molte ipotesi.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it Maria Rita Graziani