L’ex commissario Piero Farabollini invita il Governo a lavorare per snellire la burocrazia e ad investire sulla prevenzione del territorio
ANCONA – “A sei anni di distanza molti passi avanti sono stati fatti dal punto di vista della prevenzione e della ricerca scientifica mentre è ancora lunga la strada verso una completa ricostruzione, con oltre seimila interventi pubblici da completare o da impostare e ancora tante persone in attesa di ritornare nella propria casa o in una di nuova costruzione”. Lo dice il presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche Piero Farabollini a sei anni di distanza dalla scossa che il 26 ottobre 2016 colpì nuovamente le Marche e il Centro Italia amplificando enormemente i danni causati dalla scossa del 24 agosto e aggiungendo molti nuovi Comuni alla lista di quelli colpiti. Il cratere diventò così il più ampio di sempre nella storia italiana. “Vogliamo sottolineare l’immenso lavoro di microzonazione sismica realizzato in questi anni- aggiunge Farabollini- Si tratta di uno strumento fondamentale per ricostruire in sicurezza ed, eventualmente, non ricostruire laddove il terreno non consenta di farlo. In tutti i Comuni colpiti dal terremoto del 2016 oggi sappiamo, nel dettaglio, come si comporta il suolo in caso di eventi sismici più o meno intensi. Il successo della microzonazione nel centro Italia dimostra che in questo paese la prevenzione può andare oltre le chiacchiere e calarsi nella realtà attraverso fatti concreti“. Il lavoro fatto nelle aree colpite, secondo i geologi marchigiani, “può essere svolto ovunque e la priorità dovrebbe essere proprio l’intera dorsale appenninica”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it Luca Fabbri