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La stretta di Nordio sulle intercettazioni: “Micidiale violazione dei diritti”

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Il ministro della Giustizia promette una “profonda revisione” del sistema e afferma che le trascrizioni sono “spesso pilotate”

ROMA – “Vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria” di intercettazioni. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commissione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. La diffusione degli ascolti nel corso di procedimenti “è uno strumento micidiale di violazione” dei diritti, “di delegittimazione personale e spesso politica”, aggiunge il Guardasigilli, con trascrizioni “spesso pilotate”.

Nordio sottolinea: “Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero essere un mezzo di ricerca della prova e non uno strumento di prova”. Il ministro della Giustizia promette: “Proporremo una profonda revisione” del sistema delle intercettazioni. “La presunzione di innocenza è stata e continua a essere vulnerata in molti modi: l’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata, l’azione penale diventata arbitraria e quasi capricciosa, l’adozione della custodia cautelare come strumento di pressione investigativa, lo snaturamento dell’informazione di garanzia diventata condanna mediatica anticipata e persino strumento di estromissione degli avversari politici”.

I NUMERI (E I COSTI) DELLE INTERCETTAZIONI
Il Guardasigilli continua: “Per quanto riguarda l’onore e la libertà di comunicazione del cittadino, in Italia il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche, fino al trojan e un domani chissà quali altri strumenti, è di gran lunga superiore alla media europea, e ancor più rispetto a quello dei paesi anglosassoni. Il loro costo è elevatissimo, con centinaia di milioni di euro l’anno. Gran parte di queste si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla. Non si è mai vista, e parlo per 40 anni della procura della Repubblica – nota Nordio, ex magistrato -, una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero esser un mezzo di ricerca della prova, mentre sono diventate uno strumento di prova, come tale assai fragile, che si dissolve davanti al contradditorio dibattimentale, in un contesto processuale dove possono addirittura emergere omissioni ed errori di trascrizione delle stesse intercettazioni”.
Le intercettazioni, osserva ancora il Guardasigilli, “costituiscono, inoltre, un pericolo per la riservatezza e l’onore delle persone coinvolte, che spesso non sono nemmeno indagate. La loro diffusione, talvolta selezionata e magari pilotata, costituisce uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica. Si tratta di sostanziali violazioni, quasi blasfeme, dell’articolo 15 della Costituzione, che fissa la segretezza delle comunicazioni come interfaccia della libertà. Pascal diceva che se tutti sapessero quello che noi diciamo degli altri, non avremmo un amico. Il voto è segreto perché è libero, senza segretezza non esiste libertà. Quindi, ne proporremo una profonda revisione, e comunque vigileremo in modo molto rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria o impropria“.

Maria Carmela Fiumanò fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it