Al Maxxi fino al 3 settembre la civiltà rupestre degli invisibili di Mimì Notarangelo
Domenica 3 settembre finissage al MAXXI per la mostra del fotografo pugliese Domenico Notarangelo (chiAmato Mimì) che con 44 sue fotografie, selezionate dalla famiglia dopo la sua scomparsa sulle oltre 100mila custodite nel suo archivio, hanno permesso alle migliaia di visitatori di aprire lo sguardo sulla civiltà rupestre. Materano di adozione, Notarangelo ha saputo evocare attraverso i suoi scatti neorealistici il valore sociale e culturale di una cultura nascosta ma al contempo popolare e, per questo, in grado di favorire la rappresentazione ancestrale di quella quotidianità rupestre che tra feste, riti, celebrazioni religiose, manifestazioni politiche, giochi, intrattenimento di piazza e scene di lavoro riprese nei campi e nei borghi, fino ai paesi ed alle città, ha contribuito a far emergere luoghi identitari in cui protagonisti, negli ultimi 50 anni, sono stati gli umili eredi della civiltà rupestre di Puglia e Basilicata. La mostra a cura di Francesco Cascino e sotto la direzione artistica di Giuseppe Notarangelo, è stata sostenuta dalla Regione Puglia in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali e fino a domenica 3 settembre, dalle ore 18,00 alle 21,30, continuerà a far scoprire ai visitatori l’autentico valore di una cultura nascosta, “entrando nelle cose” attraverso l’aulica visione neorealistica di questo maestro della fotografia.