Con oltre 3mila partecipanti, 2mila interventi, 412 contributi video/grafici e 79 sessioni scientifiche
Con oltre 3mila presenze, 2.128 interventi, 412 contributi video e grafici e 79 sessioni scientifiche e di approfondimento si chiudono oggi a Roma i lavori del 41esimo Congresso Nazionale dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani – ACOI, ospitato per quattro giorni all’interno del Centro Congressi ‘La Nuvola’ dell’Eur. Durante l’assemblea conclusiva è stata inoltre rivelata la nuova sede del prossimo Congresso, che si svolgerà a Napoli dal 12 al 15 maggio 2024. “È stato un congresso straordinario per partecipazione, per presenza dei rappresentanti istituzionali e delle più alte cariche dello Stato, per contributi scientifici- ha commentato il presidente di ACOI, Marco Scatizzi- Siamo fortemente soddisfatti del contributo che questo appuntamento ha dato per il rilancio della sanità in questo Paese”.
Scatizzi si dice però “molto preoccupato” dei dati che sono emersi dal sondaggio presentato e che ha coinvolto circa 300 giovani chirurghi: “Quando più del 40% vuole abbandonare la professione perché la stragrande maggioranza lavora ben più di quanto sarebbe previsto da contratto e il 73% del tempo è speso in burocrazia e solo l’8% in sala operatoria, significa che qualcosa nel sistema non sta funzionando. Proprio per questa situazione- ha spiegato il presidente- abbiamo deciso di istituire un dipartimento formativo: dove non arrivano le istituzioni, dove non arrivano le scuole di specializzazione, dove non arriva un percorso ospedaliero non gestito, abbiamo il dovere di proporre un percorso dell’assistente in formazione dentro al Distretto Formativo. Vogliamo aiutare le nuove generazioni di chirurghi a restare in questa professione e, soprattutto, vogliamo che restino in Italia”.
È “doloroso”, secondo Scatizzi, pensare che tanti ragazzi scelgano di andare all’estero perché trovano condizioni lavorative migliori, migliori retribuzioni e un riconoscimento completo della loro professionalità. “Ma è ancora più doloroso e preoccupante scoprire che questo Paese sta espellendo professionisti che salvano vite. Nessuno se lo può permettere. Così come continueremo ad essere disponibili al confronto con le istituzioni ma anche determinati: vogliamo che dopo gli impegni presi dal governo durante il nostro Congresso, il Parlamento approvi subito un nuovo atto legislativo sul contenzioso medico legale. Nessuno di noi vuole immunità- ha concluso- Vogliamo semplicemente lavorare al meglio per i nostri pazienti senza vivere con la spada di Damocle dei contenziosi che nel 97% dei casi vanno in archiviazione”.