Piglio, Il Comune e la Strada del Cesanese dimenticano i 50 anni del Vino Cesanese del Piglio 1973 – 2023
L’Amministrazione Comunale di Piglio, ha dimostrato in questi anni di non conoscere per nulla il proprio territorio, la sua storia le sue tradizioni, in ultimo proprio in occasione dell’imminente Sagra dell’Uva del Cesanese del Piglio, giunta alla sua 49° edizione che inizierà il prossimo venerdì 29 settembre. Tre giorni di festa, con il solito programma che in 5 anni non è mai cambiato, nessuna nota di creatività, o un particolare ed originale evento, l’unica cosa che importa è la presenza, la quantità di persone che affolleranno e si accalcheranno nelle strade del centro storico. Quest’anno però l’amarezza è maggiore, perché sarà una festa senza il festeggiato ossia il Vino Cesanese del Piglio unico vino rosso DOCG del Lazio, attenzione non s’intende la mancanza fisica, perchè tanti saranno i produttori locali presenti per la vendita diretta del vino. Il Vino Cesanese del Piglio, nasce ufficialmente con il conferimento della DOC (Denominazione di Origine Controllata) avvenuta esattamente 50 anni fa, questo significa che il Vino Cesanese del Piglio festeggia 50 anni di vita, e né il Comune di Piglio e neanche la Strada del Cesanese, si sono interessati di festeggiarlo durante l’anno ed in particolare nella Sagra dell’Uva, con iniziative che raccontano di questo vino, della sua storia, dei luoghi, delle persone a lui legate, il paradosso è che nella Capitale del Vino Cesanese, manca “la cultura del vino”, che in un paese come Piglio, è alla base del voler fare cultura, del voler fare turismo. La DOC venne conferita al CESANESE DEL PIGLIO con DPR 29.05.1973 G.U. 216 – 22.08.1973, poi venne approvata la DOCG con DM 01.08.2008 G.U. 192 – 18.08.2008. Questa ricorrenza poteva rappresentare una preziosa occasione di riflessione sul ruolo della denominazione di origine ieri, oggi e domani, oltre ad offrire l’occasione di festeggiare il vino e il luogo che ha fatto la storia ed ha contribuito all’enologia nazionale. Il vino Cesanese del Piglio racconta, o meglio, porta con sé, cultura e tradizione in maniera accattivante, facile, memorabile, è una storia da gustare in ogni senso. Il raggiungimento della DOC, racchiude storie di lavoro, di professionalità, di qualità, di eccellenza. Più si conosce un territorio e più la ricostruzione storica (anche del vino) è completa. In definitiva, dietro ogni botte e ogni bottiglia c’è molto da raccontare e da ascoltare. Ciò dimostra ancora una volta che l’Amministrazione Comunale del Sindaco Mario Felli, ed anche la Strada del Cesanese (che ha sede a Piglio) non conoscono il territorio, e quindi non sanno raccontarlo, non riescono ad alimentare un’evoluzione in termini di turismo enogastronomico in questo paese, dove entrambi gli enti si affidano ai templari (spariti!!!!) per il risollevare il turismo pigliese, forse sarebbe stato più compito della Strada del Cesanese custode del vino e delle sue tradizioni, ricordare questa ricorrenza con un interessante convegno, per capire l’evoluzione del vino, la sua produzione dal quel lontano 1973 ad oggi 2023, ma nulla la Strada del Vino Cesanese, dimostra ancora una volta la sua inconsistenza e non adeguatezza in questo territorio. Si sono perse tante occasioni per promuovere questo paese, ma sembra che l’obiettivo di quest’Amministrazione sia chiaramente quello di distruggere tutto ciò che lo riguarda, in questo si dimostra essere ineguagliabile in tutta la provincia di Frosinone.