Tre giorni di lavori con esperti di Coalition HIV, Fondazione The Bridge, Fondazione AIOM, SIMIT e SITA
È prioritaria in tutte le Regioni italiane l’adozione dei PDTA – Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali – in HIV. I PDTA sono infatti strumenti di gestione e programmazione clinico-organizzativa che definiscono la migliore sequenza di azioni clinico-assistenziali rivolte ai pazienti, che oggi, però, in ambito HIV sono utilizzati in modo disomogeneo a livello regionale.
È quanto emerso nel corso del convegno “Stakeholder a confronto: un modello comune di presa in carico terapeutico e socio assistenziale per le PWH”, promosso da Coalition HIV con il supporto di Fondazione The Bridge, che ha riunito a Genova clinici, associazioni di pazienti, società scientifiche, esperti in malattie infettive e aziende del farmaco, che insieme hanno lavorato alla stesura di un template unico di PDTA HIV, che sia poi declinabile nelle Regioni.
Un modello unico per la presa in carico delle persone con HIV nelle Regioni
Secondo Matteo Bassetti, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università degli Studi di Genova: “Servono strumenti efficaci di gestione clinica che definiscano il processo assistenziale e rispondano a specifici bisogni di salute, quali sono i PDTA, che attualmente sono utilizzati in modo disomogeneo nelle Regioni, creando una situazione di frammentazione. Prioritario, dunque, realizzare un modello regionale condiviso per la scrittura di un PDTA”.
Secondo Claudio Mastroianni, Presidente di SIMIT (Società Italiana di Malattie infettive e Tropicali):“Oggi, rispetto all’infezione da HIV, occorre rafforzare la centralità della presa in carico dei pazienti per garantire più capillarità nell’accesso ai servizi sanitari”.
“È necessario assumere anche il territorio come luogo di erogazione di alcune prestazioni in un’ottica di decentralizzazione rispetto all’ospedale” ha dichiarato Giuliano Rizzardini, Direttore Dip. Malattie Infettive ASST Fatebenefratelli Sacco, Polo Universitario Milano.
Fondazione The Bridge è da anni impegnata in attività di ricerca e sensibilizzazione sul tema dell’HIV, allo scopo di portare all’attenzione dei decisori politici temi e istanze frutto del confronto tra operatori sanitari, comunità scientifica, associazioni di pazienti e altri stakeholder di riferimento. “Con Coalition HIV stiamo lavorando fin dal 2019 per riportare nell’agenda politica la tematica HIV/AIDS – ha evidenziato Rosaria Iardino, Presidente di Fondazione The Bridge –. Siamo inoltre felici che questa tre-giorni di lavori abbia coinciso con la notizia dell’adozione in Commissione Affari Sociali alla Camera del testo base della proposta di legge per l’aggiornamento della legge 135 del 1990. Il nostro Gruppo di Lavoro multidisciplinare ribadisce la propria disponibilità a supportare ancora le istituzioni con le proprie competenze e la propria esperienza su questi temi”.
Oncologia e HIV: i risultati della survey
Il capoluogo ligure ha ospitato inoltre il workshop “Oncologia e HIV, come condividere un percorso” promosso da Fondazione The Bridge e Fondazione AIOM con la collaborazione di SIMIT (Società Italiana di Malattie infettive e Tropicali) e SITA (Società Italiana di Terapia Antinfettiva), partendo dal presupposto di come i tumori stiano diventando comorbidità prevalenti nelle persone che vivono con HIV. Si è trattato di “un momento di riflessione condivisa nato dalla considerazione che oggi i tumori stanno diventando comorbidità prevalenti per la comunità delle persone con HIV – ha sottolineato Giordano Beretta, Presidente della Fondazione AIOM -. Questa condizione comporta la necessità che si avviino percorsi multidisciplinari per la gestione ottimale di questi pazienti che, in alcuni casi, rischiano di essere sotto-trattati proprio per la presenza di due patologie in contemporanea. È quindi necessario condividere le conoscenze ed attivare percorsi virtuosi per la gestione di questa condizione clinica”.
Nicla La Verde, Direttore UO Oncologia presso la ASST Fatebenefratelli Sacco, Ospedale Sacco di Milano ha illustrato i risultati della survey “La gestione dei pazienti oncologici HIV positivi dal punto di vista metodologico”. Le Fondazioni AIOM e The Bridge hanno infatti coinvolto in un sondaggio 185 specialisti Oncologi e Infettivologi (di tre società scientifiche, AIOM, SIMIT e SITA) per valutare il loro grado di collaborazione e conoscenza nella gestione del paziente oncologico HIV+. È emerso che il 54% esercita la propria professione al Nord e il 30% al Sud, il 70% sono dirigenti medici che lavorano in ospedale. Il 12% degli Oncologi riferisce di non aver mai curato un paziente HIV+, mentre per il 22% dei professionisti la mancata presenza di entrambe le specialità nel medesimo ospedale rende più complessa l’interazione con il paziente oncologico.
Gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni nazionali e territoriali
“Il lavoro svolto da Coalition HIV è fondamentale, in quanto indaga i cambiamenti che avvengono in ambito HIV/AIDS sia dal punto di vista clinico che sociale – ha spiegato l’On. Mauro D’Attis, promotore dell’intergruppo parlamentare “L’Italia ferma l’AIDS” –. Per quanto riguarda l’ambito istituzionale, stiamo procedendo verso l’aggiornamento della legge 135 del 1990, innovativa negli anni in cui è stata promulgata, ma che, a trent’anni di distanza, ha bisogno di essere ripensata e adeguata”.
La Senatrice Beatrice Lorenzin, Componente della 5ª Commissione Bilancio del Senato, ha dichiarato: “Sono felice che si sia costituito un gruppo di lavoro che sta lavorando alla stesura di raccomandazioni che andranno a indagare il modo in cui vengono prese in carico le persone HIV positive che hanno comorbidità oncologiche, si tratta di un approccio innovativo che non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza su cui lavorare. Non bisogna smettere di occuparci della prevenzione”.
La Senatrice Elena Murelli, Componente della 10ª Commissione del Senato, ha affermato: “Abbiamo bisogno di iniziative come questa, che puntano al coinvolgimento di tutti gli stakeholder, incluse le associazioni di pazienti, poiché solo attraverso il dialogo è possibile trovare soluzioni condivise per problemi complessi. Nello specifico, condivido pienamente la proposta del Gruppo di Lavoro di presentare in Conferenza Stato-Regioni un modello unico di PDTA per la presa in carico delle persone con HIV declinabile a livello regionale e mi impegno a portare questo tema anche in Commissione Affari Sociali e Sanità del Senato.”
L’On. Matteo Rosso, Componente della Commissione Affari Sociali della Camera e responsabile nazionale Sanità di Fratelli d’Italia, ha sottolineato il valore di un confronto costante tra clinici, associazioni di pazienti, rappresentanti della politica e delle istituzioni e altri soggetti del mondo sanitario “perché solo con un approccio improntato al dialogo tra diversi attori è possibile migliorare il nostro sistema sanitario e, di conseguenza, migliorare le condizioni dei pazienti. Ma per far ciò è necessario innanzitutto migliorare le condizioni di lavoro dei nostri operatori sanitari”.
“Sulla prevenzione dei contagi e nella cura dell’HIV non bisogna mai abbassare la guardia ma, anzi, operare cercando un approccio universalistico – ha sottolineato Lorenza Rosso, Assessore ai Servizi sociali, famiglia e disabilità del Comune di Genova –. Infatti, nonostante i significativi progressi scientifici e i successi terapeutici rilevati negli ultimi anni, occorre favorire i test per consentire l’effettuazione di diagnosi precoci e di trattamenti ancora più rapidi. Un aspetto altrettanto essenziale è quello riguardante lo sviluppo di un’informazione sempre più efficace rivolta soprattutto alle nuove generazioni”.
In rappresentanza del Comune di Genova è intervenuto anche il Dott. Luciano Grasso, Health City Manager comunale, che ha ringraziato per la scelta della città di Genova per discutere di temi sanitari di tale rilevanza, sottolineando il valore dell’informazione e della prevenzione per migliorare le condizioni di salute dei cittadini.