MSU” in Bosnia Herzegovina e visita ai Comandi Provinciali di Gorizia e Trieste da parte del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Il 30 novembre, all’interno della Caserma “Cascino”, sede del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, si è tenuta la celebrazione del 25° anniversario dell’inizio della Missione “Multinational Specialized Unit – MSU” in Bosnia Herzegovina (2 agosto 1998 – 2 agosto 2023) alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo LUZI.
La cerimonia è stata preceduta dalla visita dell’alto Ufficiale al Comando Provinciale dei Carabinieri di Gorizia.
Ricevuto dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Gorizia, Colonnello Massimiliano BOLIS, il Comandante Generale ha incontrato tutti gli Ufficiali, i Comandanti di Stazione e una rappresentanza dei Carabinieri operanti nella provincia isontina, fra i quali anche quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Nucleo di Polizia Militare della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” di Gorizia, nonché i delegati della Rappresentanza Militare.
Nel corso dell’incontro, il Generale LUZI ha espresso il proprio apprezzamento per l’impegno quotidianamente profuso dai militari del Comando Provinciale di Gorizia, richiamando i valori etici che hanno reso l’Arma punto di riferimento per i cittadini e ribadendo la fondamentale importanza della presenza sul territorio delle Stazioni Carabinieri che rappresentano un irrinunciabile presidio di legalità per le comunità in cui sono chiamate a operare.
Successivamente il Comandante Generale si è spostato presso la Caserma “Cascino”, sede del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, dove, dopo essere stato accolto dal Vice Comandante Generale dell’Arma e Comandante delle Unità Mobili e Specializzate, Generale di Corpo d’Armata Riccardo GALLETTA e dal Comandante della Divisione Unità Mobili, Generale di Divisione Aldo IACOBELLI, ha presieduto alla celebrazione della ricorrenza che ha visto lo schieramento della Bandiera di Guerra del 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia, della Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze e di un Reggimento di formazione composto da appartamenti alla 2^ Brigata Mobile Carabinieri, ovvero 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia, 7° Reggimento Trentino Alto Adige e 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania” con un’aliquota di militari appartenenti al Gruppo d’Intervento Speciale Carabinieri (GIS). Alla cerimonia, alla quale sono intervenute le più alte Autorità civili e militari della Regione, i delegati degli organismi della Rappresentanza Militare nonché dirigenti delle Associazioni Professionali a carattere Sindacale tra militari – presenti anche alle visite ai due Comandi Provinciali, hanno partecipato anche i militari che costituirono, venticinque anni fa, il corposo nucleo iniziale del primo Reggimento MSU in Bosnia e tra questi, in particolare, il Generale di Corpo D’Armata (in congedo) Leonardo LESO, Comandante all’epoca dell’Assetto.
Nel suo intervento il signor Comandante Generale, dopo aver indirizzato i saluti di rito alle Autorità presenti, ha rivolto un commosso pensiero a tutti i Caduti dell’Arma nelle missioni internazionali di pace, fra cui quelli in terra di Bosnia – Colonnelo Ermanno FENOGLIETTI, Maresciallo Marcello Joseph GALLONI e Carabiniere Angelo FOCCIÀ – i Caduti di Nassirya, di cui da pochi giorni si è celebrato il ventennale dell’attentato, e il Carabiniere Vittorio IACOVACCI, caduto in Congo il 22 febbraio 2021, insieme al suo Ambasciatore, Luca Attanasio e al loro autista.
Inoltre ha evidenziato che la forza dei rapporti umani, fattore di coesione nei Reparti dell’Arma, è stata essenziale per far germogliare e affermare quel nuovo assetto della NATO, che si basava su un modello di lavoro differente in grado di interpretare la complessa realtà bosniaca all’indomani della firma degli accordi di Dayton. Infatti, il contingente multinazionale NATO, con i suoi robusti assetti militari certamente adatti a un classico scenario di guerra, non riusciva invece a soddisfare quelle esigenze di ordine e di sicurezza pubblica, che invece potevano essere soddisfatte da una forza militare dotata di prevalenti capacità di polizia, in grado – in prima battuta – di sostituirsi alla polizia bosniaca, per poi affiancarla nella sua graduale crescita verso l’autonomia capacitiva. Su questi presupposti nacque la Multinational Specialized Unit.
Il modello MSU si rivelò vincente, tanto che poco dopo fu replicato ancora nei Balcani Occidentali (in Kosovo e in Albania) e dal 2003 anche in Medio Oriente (in Iraq) e trova ancora oggi piena applicazione a Pristina, in Kosovo, nell’ambito della missione KFOR della NATO. Tale modello è antesignano del concetto di Stability Policing (Polizia di Stabilità), che costituisce un moderno strumento di gestione delle crisi internazionali e consente di fornire supporto a paesi destabilizzati attraverso azioni di rafforzamento o sostituzione delle locali Forze di Polizia, nonché di supporto alla popolazione, consentendo così di ricostituire gli essenziali livelli di democrazia e sicurezza sociali. Oggi, lo Stability Policing ha ottenuto un riconoscimento dottrinale in una pubblicazione NATO, di cui l’Arma dei Carabinieri è custode nazionale, e ha portato ad istituire nel 2014 uno specifico Centro di Eccellenza NATO a Vicenza. Al riguardo, il Signor Comandante Generale ha evidenziato che il successo di questa continua affermazione internazionale è la capacità dell’Arma di esprimere, anche all’estero, gli stessi valori e i principi che contraddistinguono tutti i Carabinieri in Italia, al servizio delle comunità e del cittadino.
Il riconoscimento di quanto fatto dai Carabinieri nel corso delle missioni di pace, in effetti, è riconosciuto da Organismi Internazionali, fra cui NATO, EU e ONU, che sempre più frequentemente richiedono il contributo dell’Arma nei più diversificati e sensibili contesti operativi. Proprio recentemente, infatti, l’Arma è stata interpellata dagli Stati Uniti nella sua azione volta a promuovere il dialogo tra Israele e l’Autorità Palestinese e dal 17 novembre 2023, nel pieno del conflitto israelo-palestinese, è tornata a Gerusalemme schierando due Ufficiali superiori.
In conclusione, il Signor Comandante Generale ha voluto rivolgere il suo saluto ed esprimere la propria gratitudine e quella dell’intera Istituzione ai 386 Carabinieri che attualmente si trovano schierati nelle 22 missioni operative, in 16 Teatri, tenendo alto il prestigio dell’Arma e della Difesa italiana nel mondo. A questi se ne aggiungono altri 500 chiamati a garantire la sicurezza in oltre 200 sedi diplomatiche all’estero, di cui 21 considerate a rischio.
Al temine della cerimonia il Comandante Generale ha inteso visitare anche il Comando Provinciale di Trieste dove è stato ricevuto dal Colonnello Mauro CARROZZO. Anche in questo caso ha incontrato gli Ufficiali ed un’ampia rappresentanza del personale operante nella provincia nonché una delegazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Il breve ma significativo momento di confronto è stata l’occasione per un bilancio dell’attività condotta dall’Arma a Trieste e per un indirizzo di saluto pregno dei valori che informano l’operare quotidiano dei Carabinieri e la loro vocazione alla prossimità. Al termine dell’intensa giornata in Friuli Venezia Giulia, il Comandante Generale ha fatto rientro a Roma.