Home PRIMO PIANO L’appello disperato di Osvaldo: “Sono depresso, senza soldi, non mangio nemmeno più”

L’appello disperato di Osvaldo: “Sono depresso, senza soldi, non mangio nemmeno più”

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L’ex attaccante della Nazionale: “Sono in cura, non mi riconosco, ricado sempre nelle dipendenze”

ROMA – “E’ da tempo che lotto contro la depressione che mi ha portato ad alcune dipendenze, alcol e droga, sento che la vita mi sta sfuggendo di mano”. E così Daniel Osvaldo, attaccante italo-argentino che ha giocato anche in Nazionale, oltre che per Bologna, Roma e Inter (tra le altre), si è sfogato su Instagram. Dichiarando dolorosamente il suo precario stato di salute mentale.

“Devo fare alcune confessioni sulla mia vita – ha detto – su alcune decisioni. Per me è difficile ma credo sia arrivato il momento perché sono abbastanza disperato e non me la sto passando bene per niente. Quello che voglio raccontare e condividere con voi è che sto facendo un trattamento psichiatrico, prendendo medicine, ho una malattia specifica, perdita di autostima, depressione e molte volte torno alle mie dipendenze, cado nell’autodistruzione e praticamente vivo solo chiuso in casa, non vado da nessuna parte, non mi interessa alzarmi dal letto, uscire dalla mia camera, mangiare. Sono caduto in dipendenze molto brutte che hanno solo peggiorato la mia depressione, mi fa soffrire non aver voglia di condividere le cose con la mia famiglia, i miei figli”.

“Racconto questo non per fare la vittima, per niente, ma perché tutti comprendano il motivo delle mie decisioni sbagliate. Sto facendo un trattamento psichiatrico, ma è difficile uscirne, torno a cadere nelle dipendenze, e mi allontano dalla gente che amo, nel passato sono stato un calciatore top, ero una persona completamente differente, orgogliosa e sicura di sé. Questa è una persona che non riconosco”.

“Mi costa molto aprirmi, uscire dalla realtà costruita nella mia testa. È molto difficile distinguere quello che è reale e quello che non lo è. Da solo non ne esco, voglio uscirne, voglio tornare a essere quello di prima. Ora non so come uscire da questa casa, non ho un lavoro stabile, ho speso tutti i miei soldi. Sono sempre stato un buon amico, un buon compagno, speravo di essere un buon padre”.

fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it