Da Bartali a Coppi, da Gimondi a Moser, da Pantani a Cipollini fino a Nibali, il nostro Paese vanta una tradizione ciclistica leggendaria.
Tra 15 giorni partirà uno degli eventi più attesi: il Giro d’Italia che culminerà nel cuore di Roma.
Eppure, mentre il ciclismo è nel DNA italiano, ci troviamo di fronte a una triste realtà: Roma, la capitale, non dispone di un velodromo.
Dopo la demolizione nel 2008 del velodromo olimpico all’EUR, peraltro inutilizzato da decenni, l’unico impianto si trova a Forano, 60 km da Roma in direzione Rieti.
Questa mancanza è incredibile se pensiamo al potenziale che una struttura del genere potrebbe offrire.
Le difficoltà che una città come Roma presenta nel coinvolgere i ragazzi e i bambini nel ciclismo potrebbero essere superate se vi fosse una struttura dove iniziare a praticare questo sport in maniera totalmente sicura.
Immaginate i giovani pedalatori romani che possono allenarsi in un ambiente dedicato, lontano dal caos del traffico e con tutte le necessarie misure di sicurezza.
Proprio il 22 aprile di 7 anni fa Michele Scarponi, campione e vincitore del Giro 2011, perdeva la vita in un incidente stradale mentre si allenava.
Un velodromo a Roma potrebbe diventare un punto di riferimento per la crescita del ciclismo giovanile, ispirando la prossima generazione di campioni.
Spero che le istituzioni e gli appassionati del ciclismo si uniscano per far sì che questa visione diventi realtà.
Il ciclismo è più di uno sport.
È una passione che unisce, un’opportunità per crescere e sfidarsi.
Diamo ai nostri giovani la possibilità di scoprire questo mondo, costruendo il futuro del ciclismo italiano su una base solida e accessibile a tutti.
Prof. Giuseppe Capua
Medico Specialista in Medicina e Traumatologia dello Sport
Presidente Commissione Antidoping FIGC