Su Telegram, il ministero della Difesa della Russia annuncia “esercitazioni” in vista un possibile uso di armi nucleari. E parla di risposta alle “minacce” dell’Occidente
ROMA – La Russia annuncia “esercitazioni” in vista di un possibile uso di armi nucleari. Motivo? Come risposta alle “provocazioni” e “minacce” ricevute dall’Occidente e in particolare da “dirigenti occidentali”. Il riferimento è al presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi si era detto possibilista sull’invio di truppe in Ucraina. Anche il ministro degli Esteri inglese, David Cameron, era intervenuto sulla situazione in Ucraina definendo ‘ammissibile’ l’eventualità che le forze armate di Kiev colpisssero obiettivi in territorio russo con armi britanniche.
L’annuncio arriva dal ministero della Difesa russo e viaggia attraverso il canale Telegram del Dicastero. È rilanciato dal sito di Novosti e altre agenzie di stampa moscovite.
L’ANNUNCIO NEL DETTAGLIO
Le operazioni, si legge, si terranno nel “distretto militare meridionale” della Federazione. Previste partecipazioni di unità navali e aeree, si legge nel testo, “al più presto”.
Si tratta di “una risposta alle dichiarazioni provocatorie e alle minacce proferite da specifici dirigenti occidentali”: questa la motivazione addotta dal ministero della Difesa della Russia nell’annunciare prossime esercitazioni in vista di un possibile uso di armi nucleari “non strategiche”.
A QUALI ‘PROVOCAZIONI’ RISPONDE PUTIN
La comunicazione che arriva dalla Russia risponde presumibilmente alle parole del presidente Emmanuel Macron, che ha sostenuto di non escludere la possibilità di schierare truppe della Francia in Ucraina. Inoltre, sempre la settimana scorsa il ministro degli Esteri del Regno Unito, David Cameron, aveaa detto di ritenere ammissibile l’eventualità che le forze armate di Kiev colpiscano obiettivi in territorio russo con armi britanniche. Le parole del dirigente riguardano forniture militari per un valore di tre miliardi di dollari che Londra sta consegnando all’Ucraina.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it