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Intervento sul bilancio disastroso ereditato

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Filettino, De Meis: ” La soluzione non è l’aumento delle tariffe, bensì la lotta all’evasione”

Nei giorni scorsi non accettando di aver lasciato un “bilancio disastroso” a conclusione del suo mandato, l’ex Sindaco di Filettino Gianni Taurisano, ha esternato forti critiche nei confronti dell’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Paolo De Meis, sottolineando che se lo stato del bilancio comunale è in grande difficoltà è dovuto alla gestione precedente alla sua , cioè quella di De Meis dal 2013 al 2017. Non è tardata la replica da parte del Sindaco Paolo De Meis, che in modo chiaro, ha illustrato i meccanismi della macchina amministrativa, a quanto pare ignoti a Taurisano. “Il signor Taurisano -si legge nella nota- come accaduto nei suoi 5 anni di amministrazione, lasciandoci un bilancio comunale disastroso, non coglie nel segno: la soluzione non è l’aumento delle tariffe, bensì la lotta all’evasione! Leggiamo con stupore le dichiarazioni dell’ex sindaco sull’aumento delle tariffe idriche, proposto come soluzione per far fronte alle difficoltà economiche del Comune e finalizzate a ripianare le falle del bilancio comunale che la sua amministrazione ha creato. Innanzitutto, è fondamentale chiarire, per quanto concerne il periodo 2013-2017,  che l’ex primo cittadino confonde procedimenti distinti per la riscossione dei tributi: il ruolo ordinario,  l’accertamento e il ruolo coattivo che vengono realizzati in epoche diverse e comunque prima che i tributi vengano dichiarati inesigibili in quanto prescritti. Tenta, non riuscendoci, di addossare responsabilità ad altri, quando la mancata emissione dei ruoli coattivi, da parte della sua amministrazione, è la prima causa del disastro economico che abbiamo trovato. Mancano alle casse del comune diverse centinaia di migliaia di euro. Come poteva reggersi il Comune quando gli sprechi e gli sperperi imperavano e quando nelle casse dell’ente non entravano i tributi? Come si possano confondere le questioni?  O per malafede o per palese incompetenza. Inoltre, troviamo inaccettabile che si proponga di far gravare il peso del risanamento economico sui cittadini onesti, che già pagano regolarmente le tasse, piuttosto che concentrare gli sforzi sul contrasto dell’evasione. Durante le verifiche e gli accertamenti, abbiamo trovato 480 evasori fiscali che usufruiscono dei servizi, ma non li pagano. Crediamo che se tutti pagassero il dovuto, tutti pagherebbero di meno. Siamo certi che con l’azione incisiva contro chi non paga le  tariffe e le tasse, si recupereranno risorse ben più significative di quelle ottenute con un semplice aumento delle tariffe del ruolo idrico come il sig. Taurisano propone. Le perdite economiche che il Comune ha avuto a causa della mancata emissione degli accertamenti e dei ruoli coattivi, omissioni perpetrate dalla passata amministrazione, dovranno, necessariamente, essere accertate dalla Corte dei Conti e se confermate i responsabili dovranno rifondere il Comune per le perdite subite, facendo così chiarezza, senza lasciare spazio a chi oggi mistifica ed inquina  la realtà per coprire la propria incapacità politica ed amministrativa. La Corte dei Conti farà chiarezza. Invece di penalizzare i cittadini virtuosi -continua la replica di De Meis- Taurisano dovrebbe apprezzare le soluzioni concrete che la mia amministrazione sta mettendo in atto per contrastare l’evasione, come l’intensificazione dei controlli e l’incrocio dei dati. Ricordiamo che a fronte di una spesa complessiva di circa 20.000 mila euro, ad oggi abbiamo ottenuto un recupero di circa 130.000 mila euro e con l’emissione dei ruoli coattivi arriveremo a riportare la situazione finanziaria alla normalità. Inoltre, nello specifico del ruolo idrico, la nostra idea, va nella direzione di premiare i residenti per il loro contributo al presidio del territorio e alla tutela dell’ambiente. La scelta di rimanere a vivere in queste zone, spesso controcorrente rispetto alle tendenze di spopolamento, rappresenta un valore inestimabile per l’intero Paese. Pensare di aumentare le tasse per chi vive in montagna, sarebbe non solo iniquo ma anche controproducente. Andrebbe a disincentivare ulteriormente la permanenza in queste aree, con un impatto negativo sull’erogazione dei servizi, sulla qualità della vita e sull’intero ecosistema montano. Al contrario, bisogna attuare politiche che riconoscano il valore di chi SCEGLIE di restare a  vivere in montagna. Si rende  necessario, dunque, un approccio diametralmente opposto a quello di un aumento delle tasse. Serve un impegno concreto per sostenere chi vive in montagna, riconoscendone il ruolo prezioso e offrendo incentivi che favoriscano la permanenza e lo sviluppo delle aree interne”.

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