L’Istat certifica il “disastro” giovanile: dal 2002 al 2023 il sud ne ha persi il 28,6%
ROMA – L’Italia conserva una quota molto elevata di occupati in condizioni di vulnerabilità economica. Tra il 2013 e il 2023 il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde in Italia è diminuito del 4,5% mentre nelle altre maggiori economie dell’Ue27 è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7 della Germania. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat.
I giovani sono i principali protagonisti del calo demografico in atto nella società italiana. Nel 2023 in Italia si contano poco più di 10 milioni 330 mila giovani in età 18-34 anni, con una perdita di oltre 3 milioni dal 2002 (-23,9 per cento). Rispetto al picco del 1994, il calo è di circa 5 milioni (-32,3 per cento). Lo segnala l’Istat nel suo rapporto annuale.La riduzione dei giovani dal 2002 al 2023 è stata del 28,6% nel Mezzogiorno, a causa della denatalità e della ripresa dei flussi migratori, contro il 19,3 nel Centro-Nord, dove il fenomeno è attenuato da saldi migratori positivi e dalla maggiore fecondità dei genitori stranieri. Per l’operare di fenomeni similari, la riduzione è stata più ampia nelle Aree interne (-25,7 per cento) rispetto ai Centri (-19,9), e nelle Zone rurali (-26,9 per cento) rispetto alle Città (-19,2 per cento); nel Mezzogiorno, il calo è più ampio in ciascuna di queste tipologie.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it