Questa mattina, presso la Cappella “Virgo Fidelis” del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, si è svolta la cerimonia di collocazione di una reliquia ex sanguine del Beato Padre Giuseppe Puglisi. L’evento religioso, dall’alto valore simbolico per la caratura storica e morale del Presbitero e Martire siciliano, si è tenuto alla presenza del Comandante Generale, Gen. C.A. Teo Luzi, del Card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, di Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, di Mons. Vincenzo Pizzimenti, Capo Servizio Assistenza Spirituale del Comando Generale, di alcuni Cappellani Militari, nonchè di una rappresentanza di Carabinieri in servizio al Comando.
L’affidamento della reliquia è stato annunciato lo scorso 31 maggio, in occasione di un convegno alla Scuola Ufficiali, dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice. L’iniziativa simboleggia la comune missione volta alla tutela della legalità attraverso il servizio di prossimità e specifiche iniziative sociali, seguendo gli esempi di vita del Beato Puglisi e dei tanti Carabinieri che, talvolta al costo dell’estremo sacrificio, si sono immolati e continuano a farlo nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata sull’intero territorio nazionale.
Don Pino Puglisi nacque a Palermo e dedicò l’intera esistenza ai giovani della città, affinché l’impegno sociale li allontanasse dal pericolo di essere plagiati dalla mafia, con la consapevolezza del predominio morale dei più alti valori della vita sull’inganno mafioso. Dopo aver ricoperto l’incarico di pro-rettore del seminario minore di Palermo, incitato ad animare diverse realtà e movimenti locali tra cui l’Azione Cattolica e la Fuci, nel 1990, venne nominato parroco a San Gaetano, nel quartiere Brancaccio, dove nel gennaio 1993 inaugurò un centro per la promozione umana e l’evangelizzazione. La sera del 15 settembre dello stesso anno, il giorno del suo 56° compleanno, venne ucciso in un agguato mafioso mentre si accingeva a tornare presso la propria abitazione. Dal 2013, anno della Beatificazione, riposa nella Cattedrale di Palermo.
La cerimonia odierna, molto sentita e partecipata, ha suscitato tra i presenti grande orgoglio per la presenza della reliquia di un Martire della lotta alla criminalità mafiosa.
Il Card. Marcello Semeraro, soffermandosi sul Beato Puglisi, ha detto: “non era un componente dell’Arma, tuttavia ci sono nella sua vita molti aspetti che lo rendono molto simile, molto vicino ai vostri ideali e ai vostri progetti istituzionali…la forma di vita del beato Puglisi è molto simile alla vostra, soprattutto nella vicinanza al popolo, nella vicinanza alla gente semplice in modo particolare alle fasce deboli”.
Il Cardinale ha posto in evidenza le virtù del Martire: “…nel caso del Beato Puglisi si è trattato di subire un’uccisione per la ragione della giustizia, della fraternità, della solidarietà e della vicinanza al popolo e sono questi gli ideali che istituzionalmente vi caratterizzano, sono queste le ragioni per cui con piacere sono qui insieme con voi per questa circostanza e rinnovo la mia gratitudine sincera per il vostro lavoro”.
Il Comandante Generale dell’Arma, ha esordito menzionando il motto di Don Puglisi “se ognuno fa qualcosa”, “che è molto sentito dai palermitani, diventando un principio di carattere generale, ovvero non subire gli altri, non subire violenze, non subire angherie, ma fare qualcosa per collaborare, per ottenere una società migliore ed è proprio questo quello che, da un punto di vista del rapporto sociale, ha animato Don Puglisi, uomo di grande fede.”
Il Gen. C.A. Teo Luzi, dopo aver definito il beato come “un uomo che viveva tra la gente, molto legato al Comandante della Stazione”, ha poi aggiunto: “Avere una reliquia del Beato al Comando Generale è un messaggio rivolto a tutta l’Arma dei Carabinieri, quello di stare vicini alle persone che soffrono, facendolo da laici perché l’amore per il prossimo prescinde dal proprio ruolo e dalla propria funzione”.
Il Comandante ha infine concluso: “L’auspicio è che Don Puglisi, attraverso questa reliquia, dal Comando Generale possa raggiungere ogni Carabiniere in ogni luogo d’Italia e lo possa ispirare a fare il proprio lavoro nel migliore dei modi, vicino alla gente e tra la gente”.